1. La Venere e Botticelli


    Data: 10/08/2018, Categorie: Etero Autore: Ashara, Fonte: RaccontiMilu

    ... sagoma nelle sedute precedenti, quindi Simonetta sapeva esattamente dove mettersi e che posa assumere. Entrò calpestando coi piedi scalzi il pavimento di pietra, gelida nonostante fosse ormai estate, e dopo un breve saluto cui lui, impegnato a fare la punta ad un carboncino, rispose con un inintelligibile grugnito si piazzò sul telo appositamente disposto nella posizione migliore per ricevere luce da una delle ampie finestre, in piedi con il volto leggermente inclinato a destra, un ginocchio appena flesso, il braccio sinistro lungo il fianco e il destro a giocare con una ciocca di capelli che le ricadeva davanti, sul petto.Per lunghi minuti si sentirono solo il rumore del carboncino sulla tela e i suoni attutiti provenienti dall'esterno. Il Maestro si spostò un paio di volte dalla sua postazione, pulendosi le mani dalla nera polvere di carbone prima di avvicinarsi a lei per modificare leggermente l'angolo di inclinazione della testa o del braccio, per spostare una ciocca di capelli.Simonetta sentiva il suo respiro addosso e la cosa la turbava, dato che indossava un unico indumento ben più sciolto e rivelatore di quelli a più strati che portava abitualmente, e che in questo caso avrebbe voluto addosso quasi come una corazza per separarsi dalla vicinanza di lui. Era la donna più ammirata di Firenze, se non dell'intera penisola italica, e moltissimi uomini rendevano omaggio alla sua bellezza dedicandole dipinti, sonetti, o anche solo compiendo gesti galanti o elogiandola ...
    ... espressamente in complimenti fioriti. Ma nessun uomo, a parte suo marito, si era mai trovato ad una distanza così ravvicinata dal suo corpo coperto unicamente da un sottile strato di tela, e lei era acutamente consapevole del fatto che i suoi seni, non più costretti dentro il busto, erano ad un soffio dalle dita agili e delicate del pittore, così come le cosce e le natiche, prive com'erano della protezione delle numerose sottogonne che indossava di solito. La pelle le formicolava ogni volta che percepiva il calore del corpo dell'uomo così vicino al proprio.Già durante le sedute precedenti la prossimità del pittore, non molto più vecchio di lei e e attraente tanto da aver colpito la sua attenzione anche prima di iniziare a posare per lui, l'aveva turbata al punto di essere grata della scomoda posizione in cui era costretta per lunghe ore, col braccio e i capelli che le celavano parzialmente la zona del seno e nascondeva così alla vista dell'uomo il turgore dei suoi capezzoli. Non poteva però sopprimere il brivido che le sollevava la sottile peluria dorata delle braccia ogni volta che lui la sfiorava per modificare la sua posizione, e non era certa che il Maestro non l'avesse notato.Ad un tratto lui gettò stizzosamente il carboncino a terra, dove esso andò in mille pezzi, e gli fece seguire uno dei preziosi fogli sui quali appuntava qualche dettaglio prima di riportarlo sulla tela e lo spago che usava per tracciare archi di cerchio. Nervosamente si passò le mani tra i capelli, ...
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