1. Ciao belle tettine. parte 4: falle vedere a tutti!


    Data: 10/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Capezzolone

    ... capisco che non c’è alternativa.
    
    “E se non vengo?”
    
    “Ti riprendi la maglia e te ne vai”
    
    Non aggiunge altro, ma il sottinteso è chiaro. E il pensiero che lui non mi rifaccia più… tutte quelle cose si fa improvvisamente insopportabile.
    
    Scendo. Lui pedala e se ne va. E io resto solo, in mezzo alla strada con le sisette al vento. E mi viene da piangere. Intorno è pieno di gente. Vedo lui che si allontana e io inizio a camminare. Ho la sensazione che mi guardino tutti. Ma gradualmente mi ricordo che siamo in una località di mare e che buona parte degli uomini è a torso nudo. Qualcuno mi guarda. Io guardo loro. Ma non c’è niente di più normale in un posto come questo. Anch’io sono uno di loro. Continuo a camminare così, lasciando che il mio corpo, il mio torace si immerga nel calore del sole e nel soffio della brezza. Che i miei capezzoli si inturgidiscano nel suo soffio. Sono in erezione adesso, ma nessuno sembra farci caso. Passano anche un paio di miei vicini di casa, mi salutano, ricambio il saluto. È tutto normale. Poi colgo effettivamente uno sguardo che si sofferma sul mio petto. Forse un paio di sguardi, di uomini o anche di donne, indugiano sulle mie tettine. Beh, che guardino. Forse a loro piacciono. Allo zio Gino piacciono parecchio a quanto pare. Il pensiero improvvisamente mi emoziona. Mi sento quasi fiero delle mie tettine.
    
    Cammino a lungo. Neanche mi accorgo che le case sono già finite e sono arrivato alla pineta. Mi ci ero già avventurato una volta e ...
    ... ora tornarci mi dà una strana sensazione. Mi ricordo di essere a petto nudo, me ne ero quasi scordato. E all’improvviso vedo un’ombra larga e scura stagliarsi tra gli alberi: è il Signor Gino, che ha poggiato la sua bici e mi aspetta. Io avanzo verso di lui. Mi guarda come un cane affamato. E mi piace.
    
    Gli arrivo vicino. Non c’è nessuno nella radura.
    
    “Sei stato bravissimo!” sentenzia.
    
    Mi afferra e mi trascina dietro un albero. Si indica i capezzoloni tutti rizzati, poi mi prende una mano e se la poggia sui calzoncini. Sento il suo uccellone in piedi, duro come il marmo.
    
    “Mi sei davvero piaciuto. Senti come mi hai ridotto?”
    
    Io, eccitato glielo stringo forte.
    
    “Ti ricordi quando ti ho trovato qui?” fa lui fissandomi negli occhi. Lo riconosco. È proprio il posto in cui mi aveva caricato in bici quella volta.
    
    “Ti eri avventurato da solo in un posto molto pericoloso. Soprattutto per un bel ragazzetto come te”.
    
    “Perché?” chiedo arrossendo.
    
    “Qui dopo una cert’ora” fa lui sottovoce “si incontrano i frocioni per fare le loro porcate. Non lo sapevi?”
    
    “Ma allora…”
    
    “Non avere paura. Oggi non ti toccano. Sei insieme a me”
    
    Lo guardo rassicurato.
    
    “Stasera sei tutto mio”
    
    È un pensiero terrificante, ma sento la mia faccia andare a fuoco e il cuore scoppiarmi in gola.
    
    “E di te non devo avere paura, zio Gino?”
    
    “Aah!” fa lui “Tu non lo sai come sono i froci. Loro vogliono solo un cazzo. O un culetto da sfondare. Non saprebbero apprezzare due belle ...