Stanotte non sono solo
Data: 18/08/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: alexwriters, Fonte: Annunci69
... afferro i capelli e lo allontano dal mio uccello, lo guardo, ha le pupille dilatate, un cerchio oro e verde le circonda.
Lo strattono per fargli capire che sono io al comando, lo avvicino al mio inguine e gli faccio strusciare la faccia sul mio cazzo, lo voglio impregnare col mio odore.
Lo allontano, lo guardo fisso e non servono parole, apre la bocca e io vi affondo dentro, prima lentamente poi con sempre più impeto, sprofondo in questo calore umido, la sua lingua mi lavora la cappella quando mi ritiro portandomi sempre più vicino al limite, ancora e ancora.
Lo osservo, così dissoluto, con il mio cazzo in bocca, così vorace nell’inseguirlo per averne ancora.
Lo stacco da me e lo ributto sul letto, mi sbarazzo dei pantaloni e mi levo anche la camicia, sono nudo, nudo nel mio desiderio, nudo nella passione.
Lo raggiungo e gli salgo sopra a cavalcioni, lo libero dalla camicia, lo bacio ancora, assaporo me stesso sulle sue labbra, nella sua bocca, poi scendo, traccio linee umide, lecco la sua pelle dalla mandibola allo sterno, gioco con la giugulare, con la lingua di piatto la picchietto.
Arrivo ai capezzoli, sono piccoli e scuri, in contrasto con la sua pelle così chiara, li mordicchio, li succhio e li lecco. Li bagno e ci soffio sopra, l’aria fredda li rende duri come piccole gemme.
Continuo la mia discesa, assaporo il suo corpo ma con le mani continuo a giocare con i suoi capezzoli, li pizzico, li stringo, li accarezzo.
Arrivo all’ombelico e ci tuffo ...
... la lingua dentro, mimo affondi rapidi e risucchi, lo preparo perché sarà così.
Veloce e intenso.
Gli sono steso sopra e sento il suo uccello premere contro la mia coscia ma è ancora inguainato nei pantaloni, confinato, imprigionato.
Mi alzo leggermente, gli sfilo la cintura, gli apro la patta e poi, quasi spaventandolo lo rigiro.
Lo metto a quattro zampe, e gli abbasso i pantaloni, glieli blocco a metà coscia.
Ma non è sufficiente, sono onnipotente stasera, sono lava ardente, sono il tuono.
Gli schiaccio la testa sui cuscini, gli faccio abbassare le spalle e lui non si oppone, anzi si offre, partecipa, si inarca, per me, per lui.
Divarica le gambe e il suo culo è mio.
Non ho lubrificante, non avevo previsto nulla di tutto questo, ma per quanto mi senta possente non voglio fargli male, voglio sentirlo urlare, cantare, singhiozzare di piacere.
Gli afferro le natiche, le divarico e mi immergo, lecco tutto il solco dall’inizio della spaccatura fino all’ano.
Lo bagno per bene, lo lecco, lo rendo scivoloso, un lento su e giù, lo stuzzico, lo tengo sulla corda, senza concedergli nulla. Poi mi avvento, gli succhio la rosetta, la aspiro la rivolto quasi.
Lo sto mangiando, la fame che ho di lui è pari alla fame di contatto di che mi attanaglia. Divorandolo è come se stessi divorando la mia stessa solitudine, mi sto riempiendo, non sono solo.
Infilo la lingua e lo scopo, mai abbastanza in profondità, mai abbastanza veloce, ma la pressione si sente, e ...