1. Piero, la consapevolezza di essere troia


    Data: 15/08/2018, Categorie: Trans Autore: eatbirds, Fonte: Annunci69

    ... tradizionalmente la mia famiglia affittava nello stabilimento balneare.
    
    Con la condivisione della cabina, capitava spesso di trovarci insieme a cambiarci per indossare il costume da bagno; io, come sempre timido e vergognoso, completavo l'operazione coprendomi pudicamente con un telo avvolto intorno ai fianchi; Piero no, lui si spogliava completamente, prima la camicia o la maglietta, quindi i pantaloni, poi infilava la mano negli slip, e tirato fuori l'uccello, se li sfilava. Restava così per alcuni minuti, prima di indossare il costume da bagno, si aggiustava il pacco e se lo scappellava; e non era un pacco da niente, un pezzo di carne che mi pareva enorme, molto più grande di quello del mio amico (l'unico cazzo che fino a quel momento avevo visto), scuro, contornato di pochi peli, con due palle grandi che pendevano per tutta la lunghezza della verga che, a riposo, doveva essere di una quindicina di centimetri, una cappella maestosa, scura e lucida che mi chiedevo come sarebbe mai potuta entrare in una figa o in una bocca.
    
    Mentre a fatica mi mostravo indifferente, cercando di distogliere lo sguardo, lui, ridendo, mi scherniva: "ehi! Giovanotto, guarda che quando andrai militare dovrai spogliarti davanti ad altri uomini. Eh eh, vedi di abituarti".
    
    Così quasi ogni giorno; e ogni giorno mi inventavo una scusa per andare in cabina e li, da solo, indossando gli zatteroni della moglie, odoravo i suoi slip e le mutandine di lei, per sentire l'odore del cazzo e della ...
    ... figa.
    
    Già, ogni giorno, fino a quel giorno, l'ultimo giorno in cui Piero e Giuliana stavano in città; un venerdì, all'approssimarsi dell'ora di pranzo i miei decisero di tornare a casa e, con loro, Giuliana; mi affidarono a Piero con l'intesa che mi avrebbe riaccompagnato lui a casa a fine giornata.
    
    Il pomeriggio passò, tra sole e bagni, e a tarda serata decidemmo di avviarci per il rientro; ci facemmo la doccia, andammo in cabina; come sempre, lui si spogliò completamente, io mi cinsi con il solito telo.
    
    Finito di asciugarmi, cercai il flacone di crema doposole che normalmente riponevo sul primo ripiano di una mensola appesa al muro della cabina, ma non la trovai; era stato spostato più in alto e, piccoletto com'ero, non ci arrivavo; istintivamente, senza riflettere, indossai le infradito con la zeppa che Giuliana era solita calzare quando si recava in spiaggia, ma anche così mi dovetti protendere per raggiungere la crema.
    
    Nel farlo, il telo si aprì e scivolò via, lasciandomi completamente nudo; panico, solo panico mi prese, il flacone cadde per terra e a quel punto feci la mossa più insulsa che potessi fare, mi chinai a 90 gradi per raccoglierlo.
    
    Il mio culetto andò a poggiarsi sul cazzo di Piero, che comincio' ad indurirsi propio in mezzo alle mie natiche; ero nella confusione più assoluta; tra parole sconnesse di scuse improbabili, mi risollevai, ma già in equilibrio precario sugli zatteroni di Giuliana, lo persi definitivamente e scivolai di spalle sul corpo di ...