Burn the witch
Data: 16/08/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Angela Kavinsky
1692 - Parristown Nessuno lì aveva mai letto i testi del reverendo Mather. Non ve ne era bisogno. Il fanatismo spingeva le menti più deboli a contrastare l’inspiegabile con l’inutile arma della paura e, il più delle volte, con il fuoco. «Bruciate la strega!» gridava il fattore. «Ardete viva la sposa del demonio!» sbraitava con la bava alla bocca la moglie del pescatore. Il vento della crudeltà umana più bieca giungeva sin lì da Salem, dove bruciare giovani ragazze pareva più un passatempo che un doloroso percorso che conduceva alla salvezza. «facciamolo subito!» gridava il sindaco. «Altrimenti stanotte il demonio verrà a riprendersela!». Jane se ne stava inginocchiata, con la testa e le mani infilate nel giogo che il falegname aveva costruito apposta per lei, per evitare che potesse fuggire e dare alle fiamme ogni singola capanna di Parristown. Il sole stava per scomparire dietro il campanile della piccola chiesa quando Adam, con tutti gli occhi addosso, scosse la testa. «No, ora no!» disse sorridendo. Senza rimorso le sue parole. Senza pena per la ragazza che si era preso e che aveva condannato. Adam era un essere crudele e orribile. Benchè appena fuori dal minuscolo cimitero, su uno spiazzo di erba vergine e increspata dal vento, tutti puzzassero di sudore per la lunga giornata di lavoro nei campi, il fetore di Adam si poteva sentire per tutto l’Essex, ma che dico? Per tutto il Massachusetts! Aveva 38 anni. Esattamente il doppio della sua povera vittima, che piangeva ...
... copiose lacrime piegata nel giogo. Alto quanto il sole di mezzogiorno, magro come una spiga di grano, aveva un naso che pareva un falcetto tanto era appuntito e i denti sporgenti come un castoro. Quando Jane, a soli 19 anni, aveva visto il suo grembo gonfiarsi, subito avrebbe dato la colpa ad Adam. «Non sono sua moglie, eppur mi ha presa. Porto suo figlio nel mio ventre». Lo avrebbe detto di certo. Ma non ne ebbe il tempo. In tempi così oscuri, un uomo battezzato mai e poi mai avrebbe potuto prendere una ragazza in quel modo e passarla liscia. Questo lui lo sapeva. Era molto più comodo dire che era la sposa del demonio. Che era stato un demonio ad ingravidarla. In un certo senso era vero. Era lui il demonio. E lei, così bella, così candida, era stata tanto stolta da lasciarglielo fare. Aveva appena accompagnato la sua amata sorella a casa. Betty, cieca dalla nascita e con gli occhi bianchi come il fiore del cotone. Dopo averla lasciata alle cure amorevoli della madre, era tornata alla per raccogliere un po’ di fieno per le bestie di suo padre. Non appena entrata nella stalla, dopo pochi istanti, aveva sentito due mani come uncini afferrarle i fianchi. Il suo naso appuntito pungerle il collo, le sue labbra viscide baciarla dietro le orecchie. «Adam cosa fate? Se mio padre ci vede sarete in un mare di guai!» ma a lui non importava. La prese per le spalle e la girò verso di sé. Il suo volto paffuto e sorridente lo fece eccitare. Le strappò la camicia fino a mostrare le rotondità del ...