Burn the witch
Data: 16/08/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Angela Kavinsky
... e rosso, ma comunque invitante. Adam vi infilò il membro con noncuranza. Poteva osservare come la punta del pene dovesse venir pressata e deformata per potervi entrare, ma lui ne fu ben felice. Allora Jane tirò un altro urlo, ben più forte del primo. «NO MIO AMATO, NO! Non posso accettare che una donna soffra tanto per compiacere un uomo; ti prego fermati. Sento solo dolore e nessun accenno di piacere». Povera ingenua Jane, quel mostro non si sarebbe fermato. Nonostante anche lui provasse dolore non si fermò, anzi, piegandosi in avanti piazzò la mano callosa sulla bocca della poveretta per evitare che urlasse. Sentiva il suo membro come fosse schiacciato da una pressa, ma sopportava e godeva. Lo tirò fuori dall’orifizio e la povera Jane, con gli occhi quasi fuori dalle orbite, sobbalzò. Sentiva che sarebbe venuto di lì a poco e iniziò a pensare che vedere l’innocente Jane bere il suo nettare sarebbe stato bello, ma mai quanto sentire ancora attorno a sé il perfetto fodero per il suo arnese. La collinetta di Jane, bagnata e nascosta, circondata da un folto cespuglietto scuro e incavata in un rotolino di grasso sia da una parte che dall’altra, lo attendeva con ansia. Entrò con violenza, tant’è che Jane finì in avanti, con la faccia immersa nel fieno. La violenza con cui la sua pancia sbatteva contro il di lei sedere faceva immaginare quanto fosse violento l’impatto del suo membro nella di lei passera. Stava forse godendo? O cercava solo di sputare il fieno che le era finito ...
... in bocca? Era disgustoso vedere con quale noncuranza si occupasse solamente del proprio piacere, mentre Jane veniva cavalcata come una puledra. Un rivolo di sangue fuoriuscì dalla collinetta e bagnò il fieno sottostante, segno che quella era la prima volta che Jane si concedeva. Forse sarebbe anche stata l’ultima. Adam osservò il soffitto del granaio; iniziava a spingere sempre più veloce, fino a quando dovette mettersi una mano sulla bocca per non urlare. L’aveva fatto. Si era preso la dolce Jane. Si sentì come prosciugato, come se il suo membro fosse una bottiglia di latte che sgorgava in un bicchiere. Sembrava non volersi fermare. Ad ogni botta partiva un getto, come una fontana inesauribile d’acqua. Una volta finito, si rimise i pantaloni e scappò come un ladro. Lei, ignuda sul letto di fieno, sorrideva al soffitto, felice di aver soddisfatto un uomo; era questo il compito di una donna, pensò. Ma torniamo a quella calda estate del 1692: «Perché non dovremmo bruciarla subito? È chiaramente una strega!» Certo! Per il colto sindaco era molto più probabile che il demonio l’avesse messa incinta piuttosto che uno dei suoi amati concittadini fosse un bugiardo nonché un uomo dalle dubbie virtù. «Poiché senza acqua né cibo, domani sarà più incline a confessare!» disse il furbo Adam. E così tutti si convinsero; perfino il sole, che tramontò per lasciar spazio alla luna. E, in quella luminosa notte, mentre tutti dormivano chiusi a chiave nelle proprie case per paura del demonio, lui ...