La madre di francesco. capitolo iii
Data: 17/08/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: stuzzicami
Abbandonato su di lei, deliziosamente nuda, magnificamente spossata, accaldata, ancora rossa in volto per l’orgasmo appena vissuto, pieno dei suoi odori, zeppo dei suoi sapori, sul volto, nelle nari, nella bocca, tra le dita, il mio membro pulsava dall’incontenibile desiderio di quella meravigliosa femmina in calore e della sua incantevole passerona.
Che donna, che incantevole, affascinante e desiderabile femmina…
Lucia: non conoscevo con esattezza la sua età, sapevo che senz’altro aveva passato i 55 anni, così come sapevo che, oltre ad essere la madre del mio amico Francesco, si era separata dal marito alcuni anni prima, forse per una relazione extraconiugale, anche se in fondo erano solo voci, pettegolezzi, chiacchiere di paese e, di fatto, ero venuto da lei proprio perché sembrava volesse raccontarmi…
Che scusa, quale pretesto. In realtà voleva ben altro, come tutt’altro desideravo io. O forse fu solo la chimica, la situazione, il momento ad avvicinarci, a far incontrare i nostri sensi e a far crescere in noi la voglia l’uno dell’altra.
Fatto sta che ora, dopo averla gustata, dopo aver goduto nella sua bocca e dopo essermi beato delle sue impressionanti grazie, ero lì, disteso sul divano del suo salotto, nudo, con il pisello pulsante, e il suo gusto, il suo sapore dappertutto. Lei, altrettanto nuda, vestita esclusivamente di un paio di autoreggenti grigie e delle sue scarpe, adagiata sotto di me sul divano di casa sua, mi guardava con tenerezza, ma anche con ...
... desiderio, mi inebriava di passione, mi comunicava la sua tracimante femminilità, trasmettendomi tutta la sua prorompente essenza di femmina. E che femmina.
Non v’era pensiero che balenasse per la mia testa se non quello di lei, non v’era desiderio che sentissi se non quello di lei. Come se mi avesse stregato: ero in totale e completa adorazione, ero assolutamente ed esclusivamente preso da Lucia, la mamma di Francesco il mio amico, alla quale avevo poc’anzi succhiato per ben due volte la passera, alla quale avevo penetrato il buco del culo con tre dita, della quale avevo gustato e bevuto copiosi effluvi vaginali, alla quale avevo strizzato e leccato e torturato due seni che parevano due mappamondi, alla quale, a mia volta, avevo dato da bere tutto il contenuto dei miei testicoli, dopo averle fatto succhiare il mio fallo pulsante di desiderio di lei, senza pudore, senza vergogna.
La guardai ancora, in tutto il suo immenso splendore così: rossa in volto, spossata, goduta, soddisfatta, viziosa, adagiata supina con la piega dei capelli un poco fuori posto, con i seni che si stagliavano a latere del suo busto, complice la forza di gravità e la mole di tanta opulenza, con quel panciotto un poco appesantito, con quel bosco a nascondere il suo giardino incantato, con quelle labbrone scure che si protraevano all’infuori della sua passera matura… Una gamba sotto alla mia, un’altra appoggiata fuori dal divano come a lasciar respirare il fiore che avevo divorato poc’anzi…
Se solo ...