La madre di francesco. capitolo iii
Data: 17/08/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: stuzzicami
... intero. Entravo e uscivo da lei con insolita facilità. Saggiavo le sue carni e ne prendevo confidenza. Stuzzicavo quell’incredibile pronunciato clitoride con il mio glande violaceo e poi rientravo, con fendenti secchi e profondi. Lucia iniziò a gradire e, con il trascorrere delle mie penetrazioni, si lasciò andare, spostando le gambe dietro di me, cingendomi a sé con le cosce e intrecciando le caviglie alla mia schiena, accompagnando i miei colpi con movimenti di bacino e spinte di gamba. Accelerai fino a sentire il classico suono di un membro che penetra in una vagina intrisa di umori. Le mie palle sbattevano sui suoi glutei incontrando i notevoli effluvi che la sua fica 'coccolata' secerneva. La stantuffai per bene, alternando succhiate ai capezzoli a leccate alle orecchie e al collo. Le alzai le braccia e, senza smettere mai di fotterla, infilai il muso nelle sue ascelle leccandole a lungo, a piena lingua. Sentivo il suo odore di femmina, gustavo il sapore del suo corpo e mi piaceva, almeno quanto piaceva a lei che si contorceva sotto le mie infilzate. Gradì particolarmente perché si lasciò sfuggire un “Ohhhhhhhhh” che accompagnò seppur momentaneamente la piacevole melodia che faceva da colonna sonora al nostro amplesso.
L’eiaculazione avuta in precedenza mi garantiva una certa resistenza, ma dovetti comunque impegnarmi per controllare e protrarre il fulgore del mio randello che entrava ed usciva da quella straordinaria passera quasi in automatico, quasi fosse stato ...
... creato solo per fare quello: scoparla, sbatterla, riempirla, viziarla.
Mi staccai da lei per un attimo e, aggrappandomi ai suoi polpacci, mi misi le gambe sulle spalle continuando a penetrarla con insistenza. Da quella posizione potei tornare ad ammirarla in tutto il suo immenso splendore: infoiata, con un dito in bocca, mi guardava lasciva e lussuriosa apprezzando la bontà del mio incalzarla: non le davo tregua. Mi deliziavo della visione del suo fiore: lo ammiravo dischiudersi alla mia uscita e poi avvilupparmi cingendomi il cazzo ad ogni affondo. Accelerai sbattendola forte per alcuni minuti e poi rallentai improvvisamente, fermandomi per intero dentro di lei e poi ripresi lentamente l’andirivieni.
“Che femmina, che donna…” pensai ad alta voce.
Mi guardò, intravidi un’espressione soddisfatta sul suo volto e continuai a scoparla.
Se prima mi pareva larga e capiente, ora la percepivo più calzante. La sua fica si era abituata al mio cazzo e lei, dall'alto della sua esperienza, chiaramente aveva iniziato a mungermi il randello adoperando i suoi muscoli vaginali. Che sensazione, che piacere, che meraviglia. Sapeva suonare il piffero anche con la passera…
Dovetti fermarmi ancora. Tutto dentro di lei, mi stava lavorando il cazzo in una maniera sublime. Avrei potuto godere rimanendo fermo dentro a quel caloroso e sapiente anfratto. Fui costretto ad estrarlo: mi sentii cedere, mi sfilai da lei, dalla sua fornace e mi fermai. La sua fica si apriva e si chiudeva come i ...