Un viaggio indimenticabile - parte 2
Data: 24/08/2018,
Categorie:
Incesti
Autore: Nicolas, Fonte: RaccontiMilu
... dissi -, sapeva tutto"."Già - rispose -, ma ora pensiamo solo a noi per favore".La presi per i fianchi e ci baciammo in maniera caldissima, le nostre lingue si incrociavano da sembrare due uncinetti in grado di ricamare sempre nuovi disegni... e intanto le appoggiai la mano sul suo sedere, carezzandolo come un bimbo carezza il suo giocattolo che ha sempre sognato."Dimmi che non è un sogno - le ripetevo -, e che non mi lascerai come un treno...""No tesoro - replicò con la voce suadente -, sono venuta per fare tante porcate, ma non pensare che m'innamori di te".Bando agli indugi: la spogliai in pochi secondi, mi misi seduto sul letto e la lasciai in piedi con solo reggiseno e mutandine: "Mamma che spettacolo - mi lasciai scappare -, è tanta roba davvero".Le abbassai gli slip lasciandoglieli sulle ginocchia, e vidi che era completamente rasata come una bambina: "Vedi - annuì -? Come da piccoli che giocavamo al meccanico, ricordi?".Apro una parentesi, per spiegare in cosa consisteva questo giochino erotico apparentemente innocente: ogni volta che c'erano le feste, si andava tutti dai miei nonni, nella loro grande casa in campagna poco fuori dal paese. Io e Simonetta eravamo più grandicelli degli altri marmocchi della famiglia allargata, e ci chiudevamo nella nostra stanza. A quell'età, avevamo entrambi 10 anni, ci si vestiva ancora quasi da bambini, col vestito della festa. Lei portava sempre delle gonne tipo scozzesi fino a sotto le ginocchia, e camicette bianche. Io, invece, ...
... pantalone elegante e di solito qualche camicia abbinata.Il gioco era presto fatto: io ero il meccanico, e lei la macchina da riparare. Quindi, io mi stendevo per terra con il compito di controllare le parti meccaniche, lei praticamente sempre in piedi veniva all'altezza del mio viso, mostrandomi tutte le sue grazie nascoste da mutandine bianche o rosa, a seconda delle serate. Passava e ripassava avanti e indietro, e io controllavo e annusavo i suoi odori nell'intimo. A volte, a dire il vero, causa puzzette incontrollate, non erano gradevoli, ma a me eccitavano lo stesso tantissimo. Dopo qualche minuto, la facevo mettere praticamente sul mio viso, in modo che mi desse la fichetta o il culetto a pochi centimetri dal mio naso. Mentre operavo, la sentivo ansimare, ma eravamo forse troppo piccoli per sapere il significato della parola "godere". L'apice si raggiungeva quando avevo "trovato il guasto": lei tornava in piedi, si abbassava le mutandine sino alle ginocchia e poi, io infilavo il viso sul suo fiorellino, mentre con le mani stringevo le sue chiappe. A volte mi sentivo il naso umido, ma non potevo capire. Poi il gioco si invertiva. Ero io ad abbassarmi i pantaloni, restando in slip. Lei guardava attentamente il mio membro ancora immaturo, e lo toccava dal di fuori. Una volta invece fu ancora più curiosa, e mi disse di calarmi le mutande: avevo una piccola erezione, ma lei si concentrò sui testicoli, toccandomeli al punto da farmi venire un formicolio che, da lì a qualche ...