1. Quella casa sull‘albero


    Data: 05/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Winnie84

    Nell‘Aprile del 1995 costrinsi mio padre a costruirmi una casa sull‘albero. Vagammo per ore nel bosco vicino a casa nostra, finche‘ trovammo, in una piccola radura, una quercia abbastanza grande da ospitare la struttura. Ci volle un bel po‘ per ultimare i lavori, ma alla fine quella casetta si rivelo‘ un investimento di tempo assai proficuo. Lontano da tutto e da tutti, creai finalmente il mio nascondiglio personale, con tutta la roba che di solito occupa gli scatoloni sotto il letto dell‘adolescente medio: album di figurine, videogiochi portatili, giornaletti porno e una manciata di preservativi che ero riuscito a sgraffignare a mia cugina più grande (una volta mi era addirittura capitato di vederla col pene del suo ex ragazzo in bocca mentre li spiavo dalla toppa della porta di camera sua…quella visione mi garanti‘ fantasie sessuali per un mese e più). Una volta ospitammo per una settimana suo fratello Luca -vale a dire mio cugino- a casa nostra. I miei zii dovevano accompagnare mia cugina all‘estero per sostenere un esame e lui, non ancora quindicenne, aveva preferito passare del tempo con me e la mia famiglia. Inutile dire che, durante quei giorni, trascorremmo più tempo sulla casetta sull‘albero che in casa, cosa che ci permise di conoscerci più‘ a fondo e di toccare argomenti del tutto nuovi come il bere, il fumare o le primissime esperienze sessuali. Poi lui torno‘ a casa, e quella settimana fini‘ pian piano nell‘archivio dei ricordi destinati prima o poi a sbiadirsi ...
    ... del tutto col passare dell‘eta‘. Il tempo passo‘…finimmo entrambi il liceo, mia cugina si sposo‘ ed ebbe una bambina, i miei genitori divorziarono e io finii a vivere da solo con mia madre nella casa vicino alla casetta sull‘albero. Un giorno, con mia grande sorpresa, mio cugino Luca venne a trovarci. Non passarono molti minuti prima che mia madre lo invitasse a trattenersi per qualche giorno, non faceva nulla per i vestiti, avrei potuto prestargli i miei. Io accolsi la proposta con grande entusiasmo, perché con mio cugino era molto facile divertirsi e avevo bisogno in quel momento di un‘avventura che mi scrollasse di dosso la noia della quotidianità che da tempo mi affliggeva. Il giorno seguente, dopo aver pranzato tutti assieme, usci‘ di casa con lui. ‘‘Che ne dici di scoprire se quella casa sull‘albero e‘ ancora in piedi?‘‘ mi chiese con una canna in mano, che ogni tanto mi passava. Accolsi volentieri la sua proposta e continuammo la nostra passeggiata tra il suono fragrante delle foglie secche che si frantumavano sotto le nostre suole e il cinguettio rilassante degli uccelli in lontananza. Quando ormai la canna si era ridotta alle dimensioni di una pillola e i capillari negli occhi avevano ormai assunto il rosso intenso caratteristico di chi e‘ mezzo fatto, si staglio‘ fra gli alberi la sagoma di quella casa. Ci avvicinammo con un sorriso sulle labbra e guardai mio cugino battere il palmo su quello che restava della scala. ‘‘Dovremo darci una mano o non riusciremo mai ad ...
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