1. Quella casa sull‘albero


    Data: 05/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Winnie84

    ... estivo, in cui una bella biondina tedesca mi aveva ‘‘fatto un pompino‘‘ dietro un cespuglio mentre le zanzare ci mangiavano vivi: il mattino seguente avevo punture persino sul pene mentre lei ne aveva sui seni. ‘‘E bravo mio cugino!‘‘ sentenzio‘ mentre faceva scattare la sua mano verso i miei genitali. Questa volta ci indugio‘ maggiormente, ma non abbastanza perché potesse scendere tra di noi un certo imbarazzo. Ad un certo punto, come dal nulla, mi chiese ‘‘ma hai mai avuto esperienze con altri ragazzi?‘‘. Io risposi di no, che non mi era mai capitato, che non avevo assolutamente nulla contro l‘essere gay ma che non mi era mai capitato, tutto qui. ‘‘Vuoi scoprire se sei gay o bisex…ora…adesso?‘‘ mi chiese ancora. Sentii la mia temperatura corporea scendere di qualche grado. Era uno di quei momenti in cui cade il silenzio perché sei esterrefatto ma allo stesso tempo vuoi pensare bene a cosa rispondere. Il Sole forava le assi di legno bucherellate dal tempo e andava a posare i raggi arancioni del tramonto sui dolci lineamenti del suo viso. Lui non attese risposta. Allungo‘ la mano verso il mio pene e lo carezzo‘ delicatamente. Era eretto, ma non duro abbastanza da essere inflessibile. Aveva una consistenza poco più‘ dura di quella di un würstel. Senti‘ del liquido attraversare i cunicoli spugnosi del mio pene. ‘‘Lo prendo come un si‘‘‘, mi sussurro‘ lui. Prese a massaggiarlo con maggior vigore, tastando la carne sempre più‘ dura sotto il tessuto dei miei pantaloncini corti. ...
    ... Senza dir nulla ne abbasso‘ l‘elastico e lo fece guizzar fuori, troppo grande ormai per essere contenuto, come un bisonte in calore che vuole sfondare il recinto. Lo prese in mano, avvicino‘ le sue labbra al prepuzio e con la lingua ne pulì‘ l‘estremita‘ da quella gocciolina di sperma appena secreta dai miei testicoli. Ci fissammo negli occhi. Io ero un po‘ sgomento, ma cercai di non lasciar trasparire nulla che facesse intendere che ne avevo abbastanza. Tuttavia, desideravo che continuasse lui a condurre le danze. Neanche fossimo in collegamento telepatico, mi cinse delicatamente la base del glande con pollice indice e medio e comincio‘, su e giu‘, la danza soave della masturbazione. Le dita dei miei piedi dimostrarono di apprezzare quella tecnica, perché‘ si arricciarono con uno scricchiolio di falangi attutito dalla tela delle scarpe. Ma non era ancora finita. Luca si abbasso‘ i pantaloncini a sua volta, tocco‘ il mio glande con il suo per poi avvilupparlo con la pelle del suo prepuzio. Adesso, i nostri due peni sembravano un unico lungo tubo di carne pulsante. Luca strinse le sue dita attorno alla parte centrale di questo tubo e ricomincio‘ la danza del su-e-giu‘. La nostra pelle piangeva lacrime di sudore, il nostro fiato si faceva sempre più corto. La danza continuo‘ per qualche secondo ancora, poi fu mio cugino a rompere l‘incantesimo. ‘‘Cazzo…sei già‘ venuto!‘‘ ridacchio‘ mentre separava i nostri due peni, in un‘esplosione di liquido seminale. Il mio sperma bagno‘ la ...