Quella casa sull‘albero
Data: 05/09/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Winnie84
... arrivare sin lassù‘‘, mi disse guardando nel frattempo le fronde della quercia che danzavano al vento, anelando a chissa‘ quale nuvola in cielo. Congiunse le mani a coppa e me le offri‘ perché‘ potessi usarle come scalino. Poggiai il piede sinistro sulle sue mani, mi aggrappai al primo piolo raggiungibile e mi issai con tutte le forze. Mentre svolgevo questa operazione, Luca mi afferro‘ il membro e lo tiro‘ leggermente giu‘. ‘‘Sta‘ fermo, coglione!‘‘ gli gridai con un sorriso e una falsa espressione di sdegno. Con mia grande sorpresa, quando riuscii finalmente ad issarmi sul secondo piolo, sentii che il mio pene aveva acquisito una strana consistenza. Strana non perché‘ non l‘avessi mai provata (la prima volta in cui mi ci imbattei risaliva a non ricordo neppure quanti anni fa, alla vista di un‘attrice nuda in un film intitolato ‘‘Profumo: Storia di un assassinio‘‘), ma perché non mi era mai capitato di provarla per via di una persona del mio stesso sesso. Una volta issatici entrambi sull‘asse di legno che costituiva il pavimento della casetta, constatammo non senza un velo di tristezza come quella struttura non fosse abbastanza alta da consentirci di stare in piedi. Il tempo era passato e questa ne era una lampante dimostrazione. Ci sedemmo dunque a gambe incrociate, esaminando con attenzione le pareti e il tetto invase da una strana pianta rampicante di cui entrambi non conoscevamo il nome. Un ramarro passo‘ d‘un tratto in mezzo alle gambe di Luca, che con un ‘‘che ...
... schifo‘‘ piuttosto acuto suscito‘ la mia ilarità‘: dovettero passare una trentina di secondi prima che mi asciugassi le lacrime e ritornassi in me stesso. Controllammo, poi, i cassettoni in cui da adolescente avevo gelosamente custodito i miei tesori: tutti gli oggetti erano stati risparmiati dallo scorrere del tempo perché se ne potessero distinguere almeno le caratteristiche principali. Solo le riviste pornografiche, probabilmente per via della pioggia di tanti anni, avevano assunto le fattezze di una poltiglia di cellulosa in cui ogni tanto si riconosceva un seno, una vagina o un pene. ‘‘Cazzo…e pensare che adesso bastano due click e hai già di che segarti‘‘ mi disse in tono esageratamente sbigottito. Lui era sempre stato il tipo‘ più diretto tra noi, quello che per primo aveva usato parole come ‘‘figa‘‘, ‘‘sborra‘‘ o ‘‘scopare‘‘. Io mi limitavo sempre a sorridere, non adattando il mio linguaggio al suo ma lasciando trasparire comunque una certa condivisione di pensiero. Finimmo a parlare di sesso. Lui mi racconto‘ di come una volta era entrato di nascosto in casa di una sua ex, una ragazza tutta casa e chiesa, l‘aveva deflorata senza pieta‘ ed era poi dovuto scappare in tutta fretta dopo esser stato scoperto dal padre di lei, che prese a rincorrerlo con un matterello mentre la madre era china sul letto del misfatto a gridare tra i singhiozzi ‘‘dio, perdona loro perché non sanno quello che fanno‘‘. Io, in risposta, gli confessai di quella scappatella avvenuta durante un campeggio ...