1. Il paese dove i maschi non picchiano le donne e non disprezzano i trans


    Data: 22/09/2017, Categorie: Trans Autore: amoreandrogino, Fonte: Annunci69

    ... abbandonata dal marito e aveva cresciuto due figli, da sola, faticando come una ciuccia non solo per tenere sempre in ordine le scale, ma facendo anche le pulizie nelle case di alcuni condomini e lavorando di notte per fare piccoli lavoretti di sartoria. Una donna veramente ammirabile che, quando dopo dieci anni il marito era tornato, oramai vecchio e malato, aveva avuto la forza di accoglierlo in casa per rispettare il sacro vincolo del matrimonio!
    
    Gente alla buona, in quel condominio, che andava a messa la domenica e faceva amicizia con tutti, anche con i negri e con gli ebrei, ed era intollerante solo verso i musulmani che chiudono in casa le loro donne e non fanno andare a scuola le figlie. Gente per bene che, alla fine, aveva accettato anche quei tre ragazzi del primo piano, ovviamente senza mostrare molta simpatia e sperando che se ne sarebbero andati via al più presto dal loro palazzo. Gente alla buona che, quando avvenne la disgrazia, era rimasta sinceramente sconvolta dalla morte di quel giovane studente che, in fondo, non faceva male a nessuno.
    
    Era stata proprio una disgrazia improvvisa: quel ragazzo aveva poco più di vent’anni e anche se era un po’ strano, non era giusto che lo aggredissero all’uscita della discoteca e lo ammazzassero come un cane solo perché si stava baciando con un altro uomo. “Era un bravo ragazzo, educato e rispettoso, anche se era com’era”, fu il commento di tutti al microfono delle televisioni locali andate a intervistare i vicini di ...
    ... casa.
    
    Solo le due ragazze che vivevano con lui restarono chiuse in casa e non vollero parlare con i giornalisti.
    
    I funerali si fecero con qualche giorno di ritardo perché era stata disposta l’autopsia per accertare se la vittima avesse assunto droghe. «Ma perché questi controlli?» disse la studentessa all’amica trans che continuava a piangere. «Se anche avesse preso qualcosa, che differenza c’era? Se si dovessero uccidere tutti quelli che sniffano, quanti attori, cantanti, dirigenti d’azienda e uomini politici resterebbero in vita?».
    
    «Io ho paura» aggiunse, «tanta paura!»
    
    «Anch’io ho paura!» disse la trans, «ma tu sei normale, di che cosa puoi avere paura? A te non ti aggrediscono!».
    
    «Non ho paura per me, ma perché la gente parla di una disgrazia, come se fosse stato un incidente stradale e non un omicidio. Ho paura di vivere in questo paese!».
    
    Si guardarono in silenzio con gli occhi arrossati e poi la studentessa disse: «Non credo che aspetterò di prendere la laurea; voglio partire, andarmene dove possono avere bisogno di me, anche se sono solo una donna e non sono nemmeno dottoressa!».
    
    E andarono via da quella casa lasciando libero l’appartamento del primo piano, con grande soddisfazione di tutti i condomini: una si trasferì in un altro quartiere apparentemente più sicuro e l’altra andò a vivere in un paese del terzo mondo per assistere i bambini malati.
    
    Dopo un mese tutto era stato dimenticato ed erano arrivati due nuovi inquilini. Certo, nessuno lo ...