Quello che non ti aspetti (2)
Data: 07/09/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: cinziandrea
... da star del cinema, era nervosetta: muoveva il piede sinistro accarezzandosi il destro ed era un movimento sensuale. Aspettava una mia risposta, una mia reazione.
- “Non lo so Cinzia – attaccai con tanta insicurezza e voce traballante – davvero non lo so se lo volevo” le dissi, confessandole la verità senza peccare di presunzione.
Lei cambiò espressione. Non si mosse, ma abbassò ancora la testa e smise di ridere. Ci fu ancora silenzio e quei due metri che ci dividevano sembravano chilometri. Nella mia testa cascate di pensieri. Avrei voluto girarmi e scappare, non so dove, non so per fare cosa. In un certo senso la odiavo in quel momento. Cioè, Sergio. Sergio. La mia Cinzia con Sergio. Ecco, avrei voluto correre da lui e ammazzarlo di botte. Rabbia. Mi sembrava come se si fosse rotto qualcosa, lacerato all’improvviso. Perché quando facendo l’amore Cinzia mi diceva “Sei un cornuto, solo un cornuto” mi eccitavo a mille. Ma Cinzia con Sergio significava una frecciata bestiale nel mio orgoglio di uomo. Immaginavo lui e i suoi pensieri. Chissà cosa pensava di me, come mi giudicava. Noi, che mille volte avevamo definito troie e puttane le fidanzate e le mogli dei nostri amici, quando sapevamo di qualche tradimento. Noi, uomini sempre pronti a elogiarci e presentarci come fenomeni, facendo a gara a chi fosse più maschio. Stavo per andarmene e non sapevo cosa sarebbe successo. Ma c’era qualcosa che mi teneva fermo lì. Cosa? Inizialmente non riuscivo a capirlo. Ma ci arrivai ...
... subito. Semplicemente, volevo sapere, sapere cosa fosse successo, volevo sapere tutto. Perché? Non lo so. O forse perché Cinzia, ancora appoggiata alla porta, stavolta con aria preoccupata, era di una bellezza rara. L’amore è strano: a volte non si percepiscono gesti d’amore grandissimi, altre volte quando meno te l’aspetti capisci davvero quanto ami una persona. Non so a cosa sia dovuto, ma è così. E in quel momento in cui la rabbia mi stava mangiando, capivo quanto amavo Cinzia. Continuavo a guardarla. E la domanda che le feci all’improvviso, fu forse il momento di svolta, quello in cui capì che non mi stava perdendo, che quel gioco non stava facendo danni.
- “Cinzia – attaccai – questa cosa non la verrà a sapere nessuno vero?”
Una domanda, un segnale. Significava che mi preoccupavo del dopo e non di quello che era successo. E sul viso di Cinzia sembrò tornare il sereno.
- “Amore – disse subito – te lo giuro devi stare tranquillo rimane qui in questa casa e se vuoi non succederà mai più”.
La classica frustata al cazzo mi arrivò proprio sul “se vuoi”. Sottile, come tutte le emozioni più forti. Se voglio? Quindi lei vorrebbe? A quel punto era troppo. Mi avvicinai, la presi per mano e la portai in salotto. La feci sedere sul divano.
- “Adesso mi dici tutto per filo e per segno” le dissi con voce ferma.
Cinzia aveva la classica faccia di chi cerca di raccogliere le idee, per capire da dove cominciare. La aiutai io, slacciandomi lentamente i pantaloni e tirando ...