Vendetta ...
Data: 09/09/2018,
Categorie:
Etero
Autore: reninytxis
(Ogni riferimento a fatti accaduti o persone reali è assolutamente casuale e non intenzionale, lo giuro!)
Fissava il monitor del bancomat ma non guardava, in effetti. I suoi pensieri, troppi pensieri, la distraevano.
-… sta per scadere! – la scosse una voce dietro di lei.
-Cosa…?
-Ho detto che il tempo sta per scadere!
Premette il tasto di scelta della somma, ritirò carta e denaro e scappò via, gettando un “grazie” ed uno sguardo di falsa cortesia allo sconosciuto che incrociò andandosene.
Camminava a passo svelto, rigida, sguardo basso, spingendo nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio, stringendo spasmodicamente la borsa sotto il braccio … Entrò nel suo solito bar e sedette ad un tavolino. Ci si lasciò cadere, in realtà.
Stringeva ancora la borsa contro di se, e le dita dell’altra mano cominciarono a tamburellare nervosamente la superficie del tavolino. Aveva il respiro frequente, come le succedeva tutte le volte che sopportava in silenzio le sfuriate di Angelo.
Angelo, di nome e di fatto! … Il respiro, impercettibilmente, le diventò irregolare, rotto da piccoli rantoli. Le sue spalle erano scosse da sussulti appena percettibili che, però, diventavano sempre più evidenti.
Finché scoppiò in singhiozzi.
Era sempre così con Angelo: una discussione, spesso banale, si trasformava in un monologo che andava in progressione fino ad una vera e propria aggressione verbale.
E sembrava non finire mai.
Un pestaggio psicologico dal quale ...
... usciva fragile, indebolita, odiandosi …
“L’amore è così illogico!” si diceva ad ogni episodio, sforzandosi di convincere se stessa a troncare quella condanna alla tortura. “Ma cos’ho fatto poi?” si ripeteva ogni volta, dandosi della stupida, dell’idiota!
La domanda più corretta sarebbe stata invece “Ma perché non lo molli!”
-È stato il lupo cattivo?
Per la seconda volta una voce la fece sussultare. Si guardò spaventata attorno, prima di mettere a fuoco un giovanotto in piedi, davanti a lei, che la guardava con un sorriso appena accennato. Si sentì urtata da quella confidenza. Si strofinò gli occhi col palmo della mano libera, tirando poco decorosamente col naso, e stava per rispondergli per le rime …
-Scusa. – riprese con dolcezza la voce – Hai ragione.
Non sono fatti miei …
Accennò un saluto con la mano e fece per andare via.
-Aspetti! … - si sorprese lei a dire. Il giovanotto, anzi l’uomo, a ben guardare, si fermò, girato a metà nell’atto di andarsene, e la guardava con aria interrogativa.
-La prego, si … si sieda pure.
Lui si sedette di fronte a lei. La osservava attraverso due occhi grigi con uno sguardo calmo, un’espressione vagamente curiosa. Forse trenta, quarant’anni, rasato di fresco …
-Posso fare qualcosa? – disse.
Parlami dolcemente, avrebbe voluto dirgli. Trattami da persona, almeno con un minimo di rispetto, avrebbe voluto implorarlo.
-Solo stare qui con me … qualche minuto. – disse invece. – Le dispiace?
Il viso rasato di ...