Botswana 2013
Data: 10/09/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: beast
... le posò sul petto generoso, Dio che tette, sembravano di gomma tanto erano sode, sentivo attraverso la stoffa della maglietta i capezzoli diventare duri. Si slacciò il nodo e con un solo gesto si sfilò la t-shirt dalla testa, poi toccò alla mia. Lei era sempre sopra di me, mi guardava intensamente dall’alto, umettandosi le grandi labbra carnose mentre passava le dita tra la peluria del mio petto nudo. Intanto muoveva il bacino facendolo ondeggiare e premere contro il mio, il che ovviamente mi fece l’effetto che potete ben immaginare. Il mio cazzo duro premeva dolorosamente contro la patta dei pantaloni, ma lei aveva altre idee in mente. Si sollevò sulle gambe in modo da sfilarsi agilmente shorts e mutandine e poi si risedette sopra di me, ma spostandosi in avanti in modo da accovacciarsi praticamente sulla mia faccia. Mi trovai quindi la sua figa già umida addosso. Le labbra già dischiuse emanavano un profumo di donna eccitante da morire, le presi l'attacco delle cosce tra le mani per divaricarle ancora di più e partii con il lavoro di lingua. Mi piaceva da morire leccare la figa e, non faccio per vantarmi ma sono bravo, lei cominciò a mugolare mentre, afferratomi la testa la teneva saldamente facendola premere contro la sua vagina. Accompagnava le mie leccate con movimenti del bacino, la mia lingua era un vomere e la stavo arando come fosse il terreno fertile della madre terra che sta per essere seminato. Gemeva e ansimava sempre più forte ma ad un certo punto si fermò e mi ...
... guardò, lo sguardo era vagamente offuscato dal piacere che stava provando, ma ritornò subito lucido e famelico. Cambiò posizione in modo da mettersi ai miei piedi, ora toccava a me essere sbranato. Mi tolse pantaloni e mutande in pochi gesti, quasi violenti, aveva fretta di arrivare al mio pezzo di carne, che ormai duro come la pietra, rimbalzò verso l’alto sbattendo contro il mio ventre con un sonoro “splat”. Lo guardò per qualche istante leccandosi le labbra come un gatto che pregusta una sardina e poi ci si buttò a capofitto! Lo prese con una mano alla base, in modo da posizionarlo a novanta gradi rispetto al mio corpo, lo teneva come fosse uno scettro, uno scettro di carne. Cominciò leccandomelo dalle palle fino alla cappella con lunghe lappate avvolgenti, poi sempre salendo dal basso verso l’alto lo prese delicatamente tra i denti, mordicchiandolo in su e in giù come fosse una pannocchia da sgranare e infine, finalmente, si decise ad accoglierlo tra quelle labbra meravigliose. Mi scappellò usando le labbra, come se fossero quelle della sua figa, tenendole un poco serrate in modo che il cazzo facesse una certa fatica ad entrare, poi si mise ad andare avanti e indietro prendendolo tutto intero fino in gola. Nessuna donna mi aveva mai fatto un pompino simile, fui portato ripetutamente e velocemente al punto di non ritorno, ma ogni volta il lavoro si interrompeva, proprio un secondo prima di farmi esplodere, come se intuisse perfettamente il momento preciso in cui fermarsi. ...