1. Botswana 2013


    Data: 10/09/2018, Categorie: pulp, Autore: beast

    ... Stava diventando quasi un supplizio. Avrei voluto pregarla di smetterla di interrompersi, di farla finita, dandomi il colpo di grazia con l’ultima leccata, lasciandomi morire sborrando in mille schizzi che sarebbero ricaduti sul mio ventre peloso. Ma lei non volle accontentare questa mia muta preghiera. Si sollevò di nuovo, ergendosi sopra di me come una dea nera, una Venere o meglio ancora, una Diana, dea nera della caccia africana, prese il mio membro con una mano e guardandomi negli occhi come fossi un agnello sacrificale si calò sopra di lui impalandosi per tutta la lunghezza in un solo lentissimo colpo. Dio santo, mi usava come un pupazzo ed era fantastico. Si mise ad andare su e giù lungo il mio cazzo ormai ipersensibile, muovendo quel suo culo meraviglioso e mugolando parole in una lingua sconosciuta, suoni gutturali animaleschi che preannunciavano l’arrivo del suo orgasmo. Venimmo praticamente insieme, entrambi i corpi squassati dalle scosse del piacere. Finalmente rallentò le sue salite e ridiscese sul mio povero pisello, fino a fermarsi del tutto, sempre accovacciata sopra di me. Mi guardò ancora una volta dall’alto e si sfilò da me, il mio cazzo ancora duro e gocciolante sbatté contro il mio ventre e non feci in tempo a dire nulla che già era scesa dal letto, aveva recuperato le sue cose ed era sparita nella notte africana. Madonna santissima! Ero sconvolto, sconvolto e a pezzi, altro che leopardo, lei sì che era una vera mangiatrice di uomini! Mi addormentai ...
    ... quasi subito, sognando scene di caccia grossa e gazzelle dalla gola squarciata, in men che non si dica era l’alba e qualcuno stava bussando alla porta del bungalow. Era il guardia parco che mi svegliava per andare a recuperare la macchina fotografica. Indolenzito, come se fossi finito sotto gli zoccoli di una mandria di bufali cafri mi alzai, il pene mi faceva ancora male per l’intenso lavoro della notte. Durante la veloce colazione nella sala da pranzo mi guardavo intorno sperando di vedere Leila, ma non ce n’era traccia. Magari, nonostante fosse una vera belva del sesso era stanca anche lei, dopo l’incredibile notte appena passata, poteva essere che giacesse nel letto dolorante e spossata, ma ne dubitavo... Andammo a recuperare l’attrezzatura e sulla via del ritorno cominciai a prendere visione degli scatti notturni. Caricai la scheda di memoria sul piccolo pc portatile e incrociai le dita sperando che il leopardo fosse stato immortalato mentre percorreva i suoi sentieri abituali. Avevo voglia di rivedere Leila, ma speravo anche di finire quel lavoro e scappare via di là il prima possibile. C’era qualcosa di strano in tutta questa faccenda, ma non sapevo cosa, probabilmente ero solo stato suggestionato da tutte quelle strane storie dell’altra sera. Cercai di concentrarmi sulle foto, un buffo istrice ripreso in tre pose differenti, un elegante okapy, un caracal, di nuovo l’istrice, e poi eccolo! Visto da dietro, un bellissimo leopardo, anzi una femmina e la pelliccia lucida era ...