1. Tutti per uno - 1


    Data: 13/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    “Giuro che non ho mai chiavato un culetto più morbido e dolce.”, mormorò Aramis, affondando interamente l’uccello nel buchetto di D’Artagnan, il quale accolse con un sospiro di beatitudine la sensazione di pienezza che lo colse e il raspio che l’altro gli produceva sullo sfintere stirato con l’ispido ciuffo pubico.
    
    Seduto in disparte, Porthos accolse con un grugnito quella constatazione e raccogliendo col dito una colata più copiosa di sugo, se la portò alle labbra leccandola golosamente: era senza braghe e si menava l’uccello in attesa del suo turno.
    
    “Giuro che neanche la fighetta di madamigella di Montpensier è avvolgente, quanto il culetto di questo moscardino”, continuò Aramis così facile ai giuramenti, continuando a zangolare il suo poderoso randello nell’ano del giovanetto.
    
    “Spicciati, invece di blaterare, - mugugnò l’altro – ho bisogno di affondare pure io, prima che faccia notte. – e si alzò, avvicinando il nerchione sgocciolante alle labbra di D’Artagnan - Su, da bravo – gli disse – tira fuori la linguetta – Leccamelo un po’, tienimelo in tiro… bravo, così… Oh! Che lingua di fata… Neanche l’ostessa del Gallo d’Oro mi lecca lo spiedo così divinamente!”
    
    Per un po’ rimasero in silenzio, mentre Aramis continuava a fottere il culo ormai non più vergine del giovane D’Artagnan, che si affaccendava attorno alla cappellona bavosa di Porthos, il quale a sua volta si godeva le acrobazie attorno al suo pomello di quella lingua, la cui inesperienza era largamente ...
    ... compensata dalla golosa voracità.
    
    Ma come ci era finito D’Artagnan in quel complesso nodo, destinato forse a diventare ancora più avviluppato? Come sappiamo da scrittori molto più esperti di noi, per quanto notevolmente più pudichi, il nostro eroe era un giovanottone partito dalla nativa Guascogna e diretto a Parigi col sogno segreto di entrare nei Moschettieri del Re, di cui aveva sentito le meraviglie. Ed era disposto a tutto, pur di realizzare il suo sogno segreto, a tutto, come vedremo.
    
    Pur appartenendo alla media nobiltà guascone, la famiglia era decisamente decaduta nell’ultimo secolo, conservando dell’antico splendore solo lo stemma sulla facciata del palazzo in rovina e l’orgoglio dei tanti anni passati al servizio del Re. Così il giovane D’Artagnan, giunto alla soglia dei diciotto anni aveva deciso di tentare la fortuna a Parigi e un bel giorno era partito su un vecchio ronzino, con l’unico bene, oltre alla benedizione paterna e alle lacrime della madre, di una lettera di presentazione per Monsieur de Treville nella sacca da viaggio. Monsieur de Treville era il capitano generale dei moschettieri di Sua Maestà, di cui il giovane aspirava ardentemente a fare parte.
    
    Fin da bambino, infatti, quando qualcuno gli chiedeva: “Cosa vuoi fare da grande?”, lui rispondeva: “Voglio fare il moschettiere del Re!”, e si metteva comicamente in marcia, poggiando sulla spalla il manico di una ramazza a mo’ di moschetto.
    
    E adesso era in marcia verso Parigi. Ma il ronzino era ...
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