1. Tutti per uno - 1


    Data: 13/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... vecchio e ben presto era stramazzato a terra, costringendolo a proseguire il viaggio a piedi, visto che i pochi scudi che aveva gli bastavano a malapena per pagarsi un piatto di minestra e un letto nella stalla di qualche locanda.
    
    Poi erano finiti pure quelli e per il giovane D’Artagnan erano cominciati lunghi giorni di cammino e di digiuno. Alla sera si fermava sfinito nelle vicinanze di qualche locanda, rovistando prima nei rifiuti se c’era ancora qualcosa di buono da mangiare e cercando poi di intrufolarsi nelle stalle alla ricerca di un angolo tranquillo fra i cumuli di fieno.
    
    Era arrivato in questo modo quasi alle porte di Parigi, quando una mattina fu svegliato bruscamente da una mano che lo aveva afferrato per un braccio e lo scuoteva con furore.
    
    “Che ci fai qui, farabutto?”
    
    Sentì dirsi il giovane, mentre apriva faticosamente gli occhi ancora pieni di sonno.
    
    “Chi ti ha dato il permesso di entrare nella mia stalla? – continuava a urlare il tipo – vuoi rubarmi i cavalli, eh? Ma ti concio io per le feste, razza di ladro!”
    
    Mentre continuava ad essere scosso con violenza, D’Artagnan riuscì a mettere a fuoco l’uomo che con una mano lo teneva per il braccio e con l’altra brandiva un bastone nodoso, con cui minacciava di fracassargli le ossa.
    
    “No… per piacere… - cercò di difendersi il ragazzo, allungando il braccio libero come per fermare il bastone minacciosamente sospeso sopra la sua testa – volevo solo dormire un poco…”
    
    “Questa è una locanda, - ...
    ... berciò l’altro – non un fottuto dormitorio a sbafo! Se vuoi dormire nel mio fieno, devi pagare!”
    
    “Non ho soldi…”
    
    “Non hai soldi?”
    
    “No…”
    
    “E allora mi paghi a legnate! Ci manca solo che tutti i morti di fame del paese mi invadano le stalle per dormire a sbafo!” e tornò a sollevare il bastone, quanto mai intenzionato a insegnargli il giusto rispetto per la proprietà altrui.
    
    D’Artagnan si rannicchiò nel tentativo di ripararsi dalla tempesta di colpi che stava per piovergli addosso, quando:
    
    “E’ un peccato, padrone.”, sentì dire da una voce giovane.
    
    Aprì gli occhi e vide un ragazzino di forse quindici o sedici anni che aveva poggiato la mano sul braccio armato del padrone, come a trattenerlo.
    
    “Che cazzo vuoi, tu? Togliti dalle palle!”
    
    Ma il ragazzo non demorse:
    
    “Perché vuoi picchiarlo, padrone? – continuò calmo, dimostrando di avere un qualche ascendente sull’energumeno – Puoi farti pagare diversamente.”
    
    “E come, se non ha uno scudo?”
    
    “Ma ha un bel culo…”, insinuò con tono suadente.
    
    L’uomo lo fissò un momento, poi scoppiò a ridere.
    
    “Hai ragione, ragazzo, - disse con un ghigno lubrico, lasciando cadere a terra il bastone – perché lasciarsi scappare una così bella occasione?”
    
    D’Artagnan sbarrò gli occhi senza capire, intanto che il locandiere, un uomo del resto tutt’altro che sgradevole per altro, lo afferrava e rigirava sulla pancia.
    
    “Tienigli le braccia”, ordinò al mozzo di stalla.
    
    E mentre il ragazzo, lo bloccava per i polsi, l’uomo ...