Dalia, troia d'estate - cap,11: l'officina
Data: 17/09/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: DonEladio
Rientrai in casa verso le 19 e Dalia era chiusa in bagno: si stava preparando per la gran serata, seguendo le indicazioni di Alfio. Cercai di dare una sbirciatina, ma mi rispose di stare al mio posto e lasciarla fare.
Verso le 21, quando finalmente uscì, restai senza fiato: mia moglie indossava esclusivamente un paio di calze autoreggenti nere su un paio di sandali aperti dal tacco vertiginoso, il suo pube accuratamente depilato trionfava in quell’oscena nudità, il suo sedere rotondo e abbondante ondeggiava ad ogni passo incerto su quei trampoli, il suo seno generoso fluttuava al ritmo del suo incedere, il suo corpo nudo, accuratamente lavato, depilato e profumato, così sfacciatamente esposto era uno spettacolo da assaporare e godere centimetro per centimetro fino ai lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta, unico accessorio il piercing all’ombelico. Completava l’opera un trucco pesante da baldracca di strada.
“Sono pronta!”, esclamò con un sorrisino beffardo.
Restai inebetito a fissarla mentre si diresse verso il pacchetto di sigarette, ne estrasse una, se la mise in bocca e se l’accese; poi indossò il cappotto, imbracciò la borsetta e prese le chiavi di casa.
“Allora io vado…”, il suo tono era quello di una normalissima mogliettina che esce di casa per andare in ufficio, ma la sua passerina che faceva capolino dal cappotto non ancora allacciato faceva decisamente a pugni con quell’immagine innocente.
Mi venne incontro e si piegò verso di me per ...
... darmi un bacio (appena accennato, non rischiamo di rovinare il rossetto), i lembi del cappotto si aprirono e le sue tette si mostrarono in tutta la loro prorompenza; con una mano le pizzicai un capezzolo, con l’altra mi infilai furtivamente tra le cosce: era già umida, la troia.
“No, no…mi aspetta parecchio lavoro da fare!” esclamò con un mezzo sorriso mentre mi scostò le mani. Si tirò su, diede un’altra boccata di sigaretta, si girò e uscì. Mi ritrovai solo, seduto sul divano di casa in preda ad un’erezione mostruosa.
Speriamo abbia chiuso il cappotto uscendo, pensai. Ma anche se non fosse così, almeno un vicino l’aveva già vista come mamma l’aveva fatta… E se ne avesse parlato ad altre persone? Il sig. Gatti non era più l’unico a sapere che mia moglie era diventata una troia? E se anche fosse stato? A questi pensieri mi resi conto che la mia eccitazione cresceva. Forse perché sapevo che alla fine del vialetto c’era quel maiale di Alfio ad attenderla in macchina: dopo quanti secondi dal suo ingresso avrebbe voluto controllare che l’abbigliamento di mia moglie fosse consono ai suoi ordini? Dopo quanti istanti la sua lingua sarebbe stata nella sua bocca e le sue mani ruvide addosso al suo corpo nudo? Si sarebbe fatto fare un pompino d’aperitivo o avrebbe atteso di scoparsela insieme agli altri?
Non ero in grado di gestire questo vortice di pensieri, mi girava la testa, non potevo fare a meno di immaginare Dalia sbattuta da quei cinque, dovevo vederla: mi costrinsi ad ...