Dalia, troia d'estate - cap,11: l'officina
Data: 17/09/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: DonEladio
... aspettare 10 minuti che sembrarono 10 ore, poi mi alzai, indossai il giubbotto e uscii di casa a mia volta.
Raggiunsi l’officina di Max in pochi minuti, nel parcheggio c’erano 2 macchine, ma non quella di Alfio. Non feci in tempo a pormi domande che la vidi sbucare da dietro l’angolo, raggiunse il parcheggio e si fermò. Come immaginavo, quel porco non aveva rinunciato ad un assaggio delle grazie di mia moglie prima di condividerla con gli altri quattro. Scesero dalla macchina e si avviarono al portone, Alfio suonò il campanello e mentre aspettavano che qualcuno venisse ad aprire infilò le mani nel cappotto di Dalia palpandola dappertutto: le aprì i lembi e si chinò a leccarle avidamente i capezzoli mentre con l’altra mano le infilava già due dita in figa. Antipasto o no, lo vedevo bello carico..
quando cominciai a temere che avrebbe spogliato mia moglie completamente nuda in mezzo alla strada, Max aprì il portone e li fece entrare. Dalia entrò per prima, Max, da vero padrone di casa maestro di gentilezza, le prese il cappotto e glie lo sfilò: prima che il portone si chiudesse alle loro spalle, vidi mia moglie di schiena completamente nuda che si avviava verso il centro dell’officina mentre Alfio e Max l’accompagnavano ai suoi fianchi pastrugnandole le chiappe senza ritegno tra gli applausi e i fischi d’approvazione dei tre meccanici che l’aspettavano.
Feci il giro del capannone e raggiunsi un cumulo di ferrivecchi e copertoni ammassati sul retro, accatastai un po’ di ...
... roba raggiungendo, non senza rischio di capicollarmi, la finestra semichiusa del bagno al primo piano e sgattaiolai furtivamente all’interno. Col cuore che mi batteva all’impazzata aprii con la massima cautela la porta che dava all’interno del capannone e mi ritrovai sul soppalco che domina l’area di lavoro; poi mi sistemai dietro uno scaffale traboccante cianfrusaglie di ogni tipo e, forte del mio nascondiglio, guardai in basso.
Dalia era piegata sulle ginocchia, alla turca, circondata da Alfio, Max e i tre meccanici nudi e succhiava i loro cazzi a turno con foga; ne prendeva uno, poi un altro, poi un altro ancora, cominciava leccandogli le palle, poi gli sputava sopra e se li infilava dentro fino in gola; la sentivo sbuffare quando il fortunato di turno la soffocava tenendole ben ferma la testa con entrambe le mani sulla nuca per poi liberarla di colpo e vedevo abbondanti rivoli di saliva colarle dalla bocca sulle tettone; poi ruotava e riservava lo stesso trattamento al successivo, mentre quello alle sue spalle non perdeva occasione di chinarsi e infilarle dita nella figa e nel buco del culo agevolato dalla sua posizione; la scoparono in bocca a turno per una decina di minuti, quando finirono mia moglie aveva le tette letteralmente grondanti saliva e liquido preseminale e le chiappe già arrossate per gli schiaffoni ricevuti.
Alfio l’afferrò per la coda dei capelli e la sollevò in piedi, le infilò quattro dita in bocca e la insultò pesantemente: “Lurida cagna che non ...