Il Fuoco sotto la Cenere
Data: 18/09/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: giulio
Più alta di me almeno 10 cm quindi sull'uno e settanta cinque, carnagione bianchissima, di quelle che semplicemente una leggera pressione che non fosse una carezza, lasciava sulla pelle il segno della mano per non so quanto tempo e di questo lei si lamentava ogni volta che anziché accarezzarla, premevo e stringevo sulle sue splendide cosce lunghe, morbide, piene calde e affusolate.Vedendole coperte dai jeans non si notava, ma infilandovi la mano in mezzo, non potevi non sentire tutta la femminilità che sprigionavano,anche attraverso i pantaloni di stoffa spessa come i jeans appunto. Figurarsi a cosce nude o quando d'estate indossava pantaloni molto più leggeri.....una goduria!Gonna nemmeno ad accennarne, visti i pericoli e gli episodi a cui aveva dovuto sottostare appena arrivata a Cagliari dal paese per frequentare l'Università.. Una bella ragazza dalle gambe lunghe non troppo magre e ben proporzionate alla loro lunghezza, sedere sodo, natiche piene, una seconda di seno da far crescere a furia di scopate, occhioni castano scuri, capelli neri lunghissimi fino al sedere, non poteva non essere preda dei molti vecchi maiali che nelle ore di punta si riunivano sugli autobus pieni zeppi che portavano le studentesse alle varie Facoltà universitarie o agli Istituti superiori o le insegnanti a scuola, le impiegate in ufficio o le casalinghe a fare spesa e che questi personaggi insidiavano; riuscendo qualche volta a fiaccarne l'opposizione dopo vari tentativi di sfregamenti del sesso ...
... duro su natiche, gambe o addirittura puntando il glande tra le cosce, vedevano premiata lo loro insistenza riuscendo talvolta a toccare con le mani le parti intime o con le dita ad accarezzare il sesso delle femminucce di turno , quando non ad infilarcisi dentro, confidando sul fatto che per paura o vergogna, le loro prescelte si limitavano ad accenni di reazione sussurrando: no, dai, smettila! Oppure: - togli la mano; o ancora, stringendo le cosce, facendo il gioco di quei maiali. Questo era capitato alla mia Flavia.Certamente c'erano quelle che protestavano in maniera energica sputtanando questi maniaci che qualche rischio, evidentemente, l'avevano messo in conto, tanto da riprovarci con altre.All'inizio dell'anno accademico, lei non aveva ancora trovato alloggio in città e alla fine della giornata con il treno, tornava al suo paese.Dalla Stazione alla facoltà di Economia e Commercio da lei frequentata il tragitto a piedi non era lunghissimo, ma spesso a causa del ritardo del treno, usava l'autobus che proprio alla fermata della stazione si riempiva come un uovo. Già dai primi giorni mentre saliva su quel mezzo, lei sentiva mani appoggiarsi sulle sue natiche, sulle cosce o sfiorarle le tette.Una volta uno sconosciuto con la scusa della brusca frenata, gliele aveva proprio strizzate facendole male. Un altro giorno, il tizio che le stava di fronte e al quale lei era praticamente incollata vista la folla, nel sistemarsi meglio ha avuto l'occasione di infilarle la mano tra le ...