1. Con la zia in maremma - 1


    Data: 18/09/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: IlBaroneRosso

    ... ti porta via il marito, ribatteva mamma.
    
    - ‘Un dire così, Giulia, c’è Francesco dietro che ci ascolta.
    
    - Ah, ma lui la situazione la conosce benissimo. Suo padre doveva portarselo a Parigi, dove abita lui adesso, per le vacanze di Pasqua. E io mi ero prenotata una settimana a Merano, nella clinica del famoso dietologo, con la compagnia. E ieri, suo padre, ci telefona per chiedere scusa, non può, per un viaggio di lavoro dice lui, chissà se è vero. Meno male che tu mi hai detto di portartelo qui, sennò a quest’ora avrei dovuto rinunciare alla vacanza a Merano e ci perdevo anche la caparra.
    
    - Meglio così, starà con la zia, faremo amicizia, vedrai Francesco come staremo bene insieme.
    
    E, rivolta alla mamma
    
    - Non c’è problema, Giulia, quando mi telefoni che sei tornata dalla tua vacanza, lo porto al treno, è così comodo il diretto Grosseto Milano senza cambi, e lui ritorna a Milano. Vedrai, ci guadagniamo tutti. Vero Francesco?
    
    - Di sicuro, zia – Finalmente era riuscito a spiccicare tre parole a quella donna così affascinante.
    
    Il giorno dopo erano tornati a Grosseto per accompagnare mamma, e dopo averla lasciata alla stazione, hanno fatto un giro con la zia per Grosseto, la piazza del Duomo, i palazzi intorno.
    
    Passeggiavano per il corso, una bibita in un bar, lei salutata da tutti, ma attaccata a lui, il braccio e la sua tetta destra, in continuazione, contro.
    
    Impazziva, per le tette della zia. Cosa non avrebbe fatto per toccarle, stringerle, ...
    ... baciarle!
    
    - Adesso torniamo a casa, una cena leggera e poi a letto, va bene? Sarai ancora stanco, tu. Vero? Io non ti voglio affaticare, devi trovarti bene con la tu’ zia, così in futuro, quando mi sento sola, ti chiamo, tu prendi il treno e vieni da me. Vero? -.
    
    - Certo zia, quando mi vuoi, vengo da te.
    
    Non aveva nemmeno finito di parlare che zia Wanda l’abbracciò di nuovo, lì, in corso Matteotti, neanche fosse il suo ragazzo.
    
    Anche quella volta se l’è sentita contro, grande, morbida, le tette e la bocca contro.
    
    Questa volta però ricambiò sia l’abbraccio che i baci sulla guancia, e di più anche.
    
    E mentre tornavano in auto parlavano insieme e finalmente ha preso confidenza con lei.
    
    Gli chiedeva se aveva la fidanzata, no, non ancora.
    
    Nemmeno un filarino?
    
    Sì qualcuno, qualche pomiciata, anche con la ragazzina di adesso, ma cose da niente.
    
    E quindi niente, eh Francesco? Niente parruccona. Non sai cos’è? Come la chiamate voi a Milano? La baggiana?
    
    E giù a ridere come due stupidini.
    
    No, niente parruccona, purtroppo.
    
    E chissà quante lenzuola bagnate, al mattino, vero?
    
    E ancora a ridere.
    
    Sei giovane. Col tempo ne avrai anche troppe, di parruccone.
    
    - Veramente - si confidava con lei - almeno un paio di volte ci sono stato vicino, ma non sapevo come fare, ho perso l’attimo e, dopo un minuto, lei non ci stava più.
    
    - È così, Francesco, siamo bischere noi donne. Un attimo prima ti daremmo tutto, anche quello che non t’immagini nemmeno che ti ...
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