1. Scontro di universi


    Data: 21/09/2018, Categorie: pulp, Autore: scopertaeros69

    ... era il regalo di un paio di onomastici fa, la cinse attorno al collo di lei e strinse mentre riprese a scoparla nel cigolio delle molle del loro letto. Anche allora non fece nulla, scoprì, vergognandosene poi, che una parte di sé voleva la uccidesse. Non successe, anzi pare che quel tentativo di strangolamento eccitasse entrambi, alla fine venne, anzi vennero entrambi, mentre lui uscendo da lei le disegnava ragnatele bianche sul ventre, per poi rovinarle addosso con tutta la sua mole. Fu l’ultima cosa che ebbe il coraggio di guardare, uscì di casa in punta di piedi ancora zoppicando, si trovò una panchina nel parco e vi passò ore li sopra con lo sguardo perso nel vuoto. Chi era quella donna? Non poteva essere sua moglie, gli servì tutto il suo coraggio per raccogliere lo straccio che era divenuto e portare le sue gambe sul pianerottolo di casa. Entrò, questa volta, andò in cucina e la vide in piedi che stirava una sua camicia, lo vide e salutò giovialmente, si fermò un attimo per aspirare una boccata da una sigaretta accesa sul posacenere e poi ricominciò a stirare. Giuseppe non era un tipo pavido, semplicemente era un uomo troppo semplice, il suo universo aveva poche semplici regole e quello che era successo, quello che aveva visto non poteva trovare un posto nella sua visione dell’universo; oggi ne rideremmo, ma a quei tempi poteva anche essere così. Passò qualche giorno, provò anche a convincersi che non era avvenuto nulla, che si era sognato tutto, ma non era così e lo ...
    ... sapeva, ed allora fece quello che il suo carattere di uomo semplice e non violento gli suggerì. All’uscita della fabbrica intercettò per strada l’uomo, lo afferrò per un braccio, lo fermò e gli disse che sapeva tutto, che doveva finirla, che Clara era sua moglie. Forse si sarebbe aspettato una reazione di vergogna, di sconcerto, ma non avvenne nulla di tutto questo, al contrario l’amante strattonò il braccio per liberarsi e andare per la sua strada come nulla fosse; lo afferrò nuovamente e questa volta l’uomo reagì senza mezzi termini gli intimò di farsi da parte e poi tutto divenne scuro. Aveva delle mani enormi e callose, quando una di loro si strinse per colpirlo in faccia fu come se un treno l’avesse investito, rovinò a terra e rimase lì inebetito per alcuni minuti. La gente lo guardò incuriosita, ma nessuno si fermò, nessuno fece nulla. Quando rientrò a casa, Clara lo aspettava in cucina, seduta, non chiese neppure come si fosse procurato l’ecchimosi viola sullo zigomo destro, sapeva già. Forse fu questo a fargli più male, non il dolore pulsante sulla faccia, non il tradimento consumato e scoperto, ma la sua indifferenza. A quell’epoca separazioni e divorzi non esistevano, lei semplicemente era stufa di lui, non lo amava più, anzi, gli rimproverava di averla rinchiusa nella prigione di una vita matrimoniale monotona e piatta...no non avrebbe smesso di vedere Ferruccio (Ora ne conosceva il nome), avrebbe dovuto farsene una ragione, punto. Il dopo fu una squallida routine, ...