1. Il viaggio di ritorno


    Data: 24/09/2017, Categorie: Etero Autore: Charming1, Fonte: EroticiRacconti

    In questo capitolo racconto il viaggio in treno di ritorno dalla visita fatta ai cugini. Siamo nel 1980 quando il treno era molto usato per viaggiare, pur dovendo i viaggiatori sopportare un servizio non sempre efficiente : ritardi, disagi e disservizi erano frequenti. Mia cugina e Tiziana, dopo il fantastico pomeriggio passato insieme mi avevano anche invitato a cena, al termine della quale, mi accompagnarono in stazione centrale a Milano. Ero diretto a Roma, dove un amico mi aspettava per portarmi a visitare due università, per aiutarmi a decidere cosa fare da "grande". Quando le due scoprirono che avrei viaggiato seduto in seconda classe tutta la notte, si opposero fermamente impegnandosi per trovarmi almeno un posto cuccetta. Siccome non era disponibile, mi pagarono la sistemazione in vagone letto, compartimento singolo. Ringraziamenti, baci, abbracci e lacrimuccie di comiato con promessa di rivederci presto, salgo e parto. L'arrivo è previsto intorno alle 7 di mattina, la sistemazione è comodissima, letto grande e angolo lavabo interno, il massimo! Sono state carine a regalarmi la possibilità di riposare dopo le "fatiche" di questi giorni. Il treno mi culla e presto dormo come un ghiro. Mi sveglio in mezzo alla notte, siamo fermi, fuori imperversa il temporale, lampi, tuoni, pioggia a catinelle e grandine. Siamo fermi in curva direi: il treno è inclinato parecchio col lato corridoio verso il basso. Attendo la ripartenza. Non avviene, accendo la luce, non c'è. Cavolo ...
    ... siamo senza corrente, brutta storia ed inizia a fare freddo. Infilo i pantaloni, apro a fatica la porta dello scompartimento per vedere cosa succede e mi prende un colpo! Siamo su di un ponte a strapiombo su di una gola di montagna, in mezzo agli Appennini, inclinati in maniera spaventosa. Sporgendomi vedo una parte del treno compresa la locomotiva chiusa in galleria. Il resto si disperde dietro di me. Il temporale imperversa. Passa il controllore il quale mi rassicura che a breve ripartiremo. Il mio scompartimento è l'ultimo del vagone, mi guardo attorno e vedo tutti i passeggeri, anche quelli del vagone limitrofo, fuori a scrutare l'oscurità, oscurità rischiarata ogni tanto dai fulmini, che rendono la situazione grottesca e spettrale. Noto una bella donna molto elegante, ricordo di aver incrociato gli sguardi con lei incontrandola in stazione: sta guardando impaurita lo strapiombo, tremante ed assonnata. Rientro, mi corico fortunatamente con i piedi verso "valle", e mi appisolo di nuovo. Non so quanto tempo dopo mi risveglio causa un vociare fastidioso: il treno è ancora fermo, il temporale sembra in diminuizione, la gente ormai stanca ed infreddolita si lamenta a voce alta. Esco di nuovo per capire qualcosa: trovo vicino alla mia porta proprio la donna vista prima! "Signora cosa succede?"-chiedo- "Siamo fermi da più di un ora, al buio con questo freddo, senza maglioni o giacche, inclinati sullo strapiombo e non possiamo nemmeno stare seduti al nostro posto, perché pieno com'è ...
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