Il viaggio di ritorno
Data: 24/09/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Charming1, Fonte: EroticiRacconti
... il treno, ci cadiamo addosso l'un l'altro!"-dice disperata e quasi piangendo- Guardo meglio e capisco cosa vuol dire: i posti a sedere sono di traverso rispetto all'inclinazione del treno, quindi la spinta laterale fa sì che si cada sul compagno di viaggio, obbligando tutti a restare in piedi per cercare di reggersi. Inoltre essendo fine estate nessuno indossa capi di abbigliamento pesante, ma essendo fermi sull'Appennino ovviamente senza riscaldamento la temperatura è bassa. Brutta storia. La poverina, che ora a guardare bene è proprio bona, si è rifugiata nel corridoio del nostro vagone, se pur sia vietato. Infatti passa il controllore e le chiede di uscire. Lei scoppia a piangere disperata, ma il tipo testardo insiste. La poveretta esce guardandomi come per chiedere aiuto. Dopo un po' di tempo mi decido. Vado verso il suo vagone e la trovo tremolante e singhiozzante nell'intersezione tra i due vagoni, vicino ai gabinetti! "Signora senta, se vuole può venire da me. Sono solo nello scompartimento letto, non è larghissimo ma se ci stringiamo staremo discretamente bene." - dico un po' impacciato - Lei mi guarda allibita scuotendo la testa... Ovviamente c'è da pensare: ragazzino diciottenne, anni 80, lei quasi cinquantenne di notte in treno.... Siccome la vedo tremare sempre di più insisto: "guardi Signora che sono una persona per bene, inoltre ho la coperta sul letto, avrà meno freddo, venga non si preoccupi!" Mi avvicino e le prendo dolcemente il braccio: ancora un po' restia ...
... pian piano mi segue. La lascio scegliere su che lato stare: sceglie il lato esterno, forse inconsciamente pensando che sia più facile scappare in caso mi dimostrassi un poco di buono. Ci stendiamo, uno di fianco all'altro, fortunatamente nonostante la pendenza ci riusciamo, la copro il più possibile e lei inizia a stare meglio. Mi ringrazia. Però il letto è piccolo, lei rischia di cadere, allora mi sposto e metto la schiena alla parete, dandole più spazio. Va meglio ma io non so dove mettere gambe e braccia, sono obbligato a toccarla! Lei sorride, si mette su un fianco anche lei, di spalle a me, accoccolata: stiamo più comodi, però io ho il braccio destro rannicchiato sotto la testa, il sinistro che per forza devo mettere su di lei in qualche modo, oltre ad avere il mio pacco a contatto del suo bel sedere. Restiamo un po' così ma inizia ad addormentarsi il mio braccio destro e ad alzarsi il mio "fratellino", facendo pressione sulle sue chiappe sode. Ennesimo cambio di posizione : lei al posto mio spalle alla parete, io di spalle a lei, entrambi un po' rannicchiati. Per forza di cose, quando si accorge che anche a lei si addormenta il braccio destro, deve portarmelo sotto il collo mentre con l'altro mi cinge la vita. Finalmente comodi! "Mi chiamo Mario, Signora" - dico quasi ridendo - Anche lei ride e sussurra: "Io sono Giovanna, dammi pure del tu. Ormai siamo intimi! Ancora grazie....di cuore! Mentre parla mi stringe affettuosamente. Non trema più, il caldo dei corpi uniti e ...