1. Elide 1944


    Data: 25/09/2018, Categorie: Etero Autore: MR1969

    Treviso 1944 È un pomeriggio di polvere, a sollevarla, il passaggio dei tedeschi con quelle jeep che portano solo Odio e mai Amore. Cammino sull'orlo della strada che mi porta in paese, cammino con la paura di essere presa e fatta prigioniera, ma anche con la speranza che qualcuno mi salvi da questa guerra, che mi sollevi dall'inferno per portarmi in un luogo di pace. Mi guardo gli zoccoli ormai consumati, impolverati. Allungo il passo e alzo sopra al ginocchio la sottana insieme a quel terribile grembiule che le donne mi obbligano a mettere. Osservo il movimento del ginocchio, mi gusta, mi piaccio. Faccio un giro su me stessa e inciampo su un sasso sporgente. Traballo un pochino ma non vado a terra. Mi è caduto il foulard dalla testa, ora dovrò risistemarlo per bene, se qualcuno mi vede può pensare che sia andata nel fienile "col Bepi". E si... Qui in paese son tutti convinti che Bepi sia un toro, per me è solo un mona(poco furbo). Sono anni che mi fa' "l'amor"(corte), che mi controlla, che non vuole che io parli con altri ragazzi. Ma caspita!... Non sono fatta di ferro. Vorrei provare anch'io far l'amore. Tutti né parlano di cosa bella, ma che non si può fare, ne parlano sottovoce, come cosa brutta, ma i loro occhi nel ricordo si illuminano di colore. Sono occhi di gioia non di dolore. Io vorrei farlo con il Bepi. Quando lui mi viene vicino, io sento dentro di me un fuoco, il battito cardiaco è il primo ad aumentare di ritmo, poi sento il mio petto quasi gonfiarsi, ...
    ... indurirsi. Che dire delle gambe: se sono in piedi mi viene da stringerle perché sento la "natura" inumidirsi, se sono seduta l'istinto mi dice che devo aprirle leggermente. Sento come se una calamita mi trascinasse verso di lui. Però sto mona, se mi appoggio troppo si scosta. L' altra settimana sono riuscita ad appoggiarmi a lui, con una scusa inventata ho sfiorato il suo viso. Volevo toccargli anche il ciuffo ribelle, nel farlo ho dovuto restare in punta di piedi fronte lui e volontariamente molto vicina. Volevo rubargli anche un bacio. Volevo assaggiare quelle labbra. Avevo il mio corpo che urtava il suo. Ho percepito qualcosa di duro dentro le braghe , mi sembrava un bastone o forse era un manico di britola (coltellino a scatto). La cosa mi eccitava, era come un richiamo per le mie mani e più mi spingevo verso il suo corpo, più sto "manico" si manifestava vivo e attivo. La cosa mi eccitava. Ma... il Bepi si stava innervosendo, a lui dava fastidio la mia presenza, cercava di scostarsi, balbettava, più il tempo passava più il suo viso prendeva calore. " Elide, non starmi così vicina, ci possono vedere è peccato strusciarsi cosi!". Io:" È peccato? e cosa ho fatto di così peccaminoso?" poi continuo con: " va bene! Io mi sposto ma tu mi fai vedere cosa nascondi dentro dentro le braghe, nelle tasche.". Di risposta il Bepi arrabbiato mi dice:" Non ho nulla. Sei tu... che mi agiti. E non né voglio più parlare, non sono cose da donne". Quella sera non ho dormito, continuavo a pensare a ...
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