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Faccia al muro
Data: 26/09/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: nefertari72
Chiara sentì d'improvviso la porta aprirsi e si fermò con le mani ancora immerse tra le carte del cassetto. Maledizione, era stata scoperta. Fermo sulla porta Raul la guardava con un sorrisetto ironico e l'aria vittoriosa. Ora l'aveva in pugno, avendola trovata con le mani nel sacco: “Bene bene...” sussurrò chiudendo la porta alle sue spalle ed entrando nel piccolo ufficio. Chiara impallidì, tolse le mani dal cassetto dove stava furtivamente rovistando, lo richiuse e si raddrizzò sulla schiena. Era consapevole di non avere via di scampo, ma tentò ugualmente di pensare ad un modo di cavarsela. “Bene bene...” ripeté lui avanzando a passi lenti verso la scrivania “Ora mi dai quello che hai preso” le intimò continuando a parlare in tono pacato. Chiara scosse il capo negando “Non ho preso niente Raul, te lo giuro...” mormorò tremando. Quel poliziotto le incuteva davvero timore ma allo stesso tempo aveva la maledetta capacità di eccitarla da morire. Lui la guardò quasi divertito nel vederla tanto spaventata e sorrise “Dimmi per quale motivo dovrei crederti?” le domandò scettico e fece un altro passo verso di lei. Chiara si mise sulla difensiva e d'istinto indietreggiò llievemente per aumentare la distanza tra loro “Perché è la verità...” gli rispose non riuscendo però a smettere di tremare. Raul la fissò, l'atteggiamento sempre sicuro di sé. “Mio fratello sa che sei qui?” le chiese incuriosito. Chiara strofinò nervosamente le mani sudate sui jeans e scosse il capo negando. Si ...
... sentiva terribilmente a disagio, indifesa e vulnerabile di fronte a quell'uomo. “Come pensavo” commentò lui portando le mani ai fianchi “Vieni qui” le ordinò. Chiara non si mosse e si limitò a fissarlo con il terrore negli occhi. Lui assunse un'espressione contrariata “Non costringermi a venire fino lì a prenderti” la minacciò, ma ostentando una calma irreprensibile “Ti prego...” lo supplicò lei cercando il modo di togliersi da quella situazione tanto imbarazzante. Era suo cognato, ma era così diverso dal fratello, l'uomo che lei aveva sposato. Raul era carismatico, scaltro, enigmatico e per questo anche terribilmente attraente. “vieni qui” le ripeté lui senza scomporsi. Chiara sentì che quello era un ordine preciso e che non avrebbe potuto sottrarsi dall'eseguirlo. Esitò ancora un momento ma poi mosse qualche passo nella sua direzione girando attorno alla scrivania, Non aveva scelta ma provò almeno a tenere una distanza di sicurezza tra loro. “Lasciami uscire io non ho preso nulla...” lo pregò con voce flebile. “Lo sai che questo non è possibile” le rispose l'uomo indicandole con un cenno la parete “Faccia al muro, adesso e metti le mani dietro la nuca” Chiara sussultò sentendo il cuore rimbalzarle in petto. “Stai scherzando, vero?” gli domandò iniziando a sudare freddo. Raul abbassò per un attimo lo sguardo e spostò il peso da un piede all'altro come per cercare le parole adatte a risponderle. “Ti sembra che io stia scherzando, Chiara?” Lei tremò di nuovo sentendosi in trappola ...