La favola di hairlessneve e dei 7 (o)nani(sti) - parte 3
Data: 04/10/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: honeybear
Grimildo andò in una stanza segreta dove non entrava nessuno e preparò una mela velenosissima. Di fuori era bella, così rossa, che invogliava solo a vederla; ma chi ne avesse mangiato un pezzetto, sarebbe morto.
Quando la mela fu pronta, si tinse il viso e si travestì da contadino. Passò un’ultima volta i sette monti, fino alla casa dei sette (O)nani(sti).
Bussò.
HairlessNeve si affacciò alla finestra e disse: “Non posso lasciar entrare nessuno! I sette (O)nani(sti) me l'hanno proibito!”
“Non importa - rispose sornione il contadino. E prese a slacciarsi la camicia e a strofinarsi con la mela i pettorali ben definiti scendendo fino all’inguine dove si fermò - le mie mele le vendo lo stesso. Tieni, anzi: voglio regalartene una”.
E nel porgergli il frutto balzò sul davanzale.
Avvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo. Lui non lo respinse:
“Sono dolci le tue labbra…”
“Come le mie mele!” e iniziarono a far vorticare le lingue nei rispettivi palati mentre le camicie volavano al vento.
“No! –HairlessNeve si ritrasse - non posso accettar nulla!”
“Hai forse paura che la mia mela sia avvelenata?” in un attimo fu nella cucina.
“No. Non è questo… È che…”
“Se non vuoi accettare la mia mela, accetta almeno questo…” dolcemente gli prese una mano e gliela infilò nei pantaloni: accarezzò una soffice nuvola di pelo, da cui qualcosa di enormemente duro spingeva, bramoso di rivedere la luce del sole. HairlessNeve sorrise e glieli sfilò fulmineamente, ...
... liberando il vigoroso uccellone del patrigno.
Dapprima l’assaggiò timidamente, scappellandolo con le labbra; indi, prendendoci sempre più gusto, s’infilò l’intera mazza in bocca perdendosi con il naso nel corvino intrico di peli pubici. Ne aspirò l’aroma che trasudava, lasciando che le narici s’inebriassero di quel profumo virile. Guardò verso l’alto. Il contadino annuì. Fu così che il cazzo di Grimildo finì per la terza volta nell’ignara altrui bocca.
Il giovane mise tutta la foga di cui fu capace nello spompinare il contadino: l’asta divenne fradicia al pari della cappella.
Si fermò un attimo a contemplare l’opera ed ammirare la staticità di quella mazza imperiosa, interponendo una mano all’altezza del pube per sbatterla sulla sua faccia. Una presa decisa, all’altezza della nuca, gl’intimò tuttavia di tornare al lavoro. Prestò particolare cura nel far penetrare la lingua nel piccolo orifizio che traboccava gocce di liquido prespermatico. Bevve con avidità quell’ambrosia dolce-amara, ingoiando anche quanto più poté del siluro che stava slinguando:
“Magari non è dolce come le tue mele… Ma ha comunque un buon sapore…” commentò sorridendo mentre riprendeva fiato.
“Puoi sempre assaggiare anche la mela: così avrai veramente un termine di paragone…” suggerì il finto contadino con un sorriso beffardo, mentre HairlessNeve mangiava il bel frutto con gli occhi.
Quando vide il contadino leccarla, sentì di non poter resistere più a lungo; ma la perplessità era ancora ...