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Ragazzo di borgata (parte iii)
Data: 15/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: FSeed
... conversazione finì mia zia si scusò perchè avevo dovuto ascoltare tutte quelle cose, e mentre mi abbracciava cercai di non piangere. Quando finalmente mi chiusi in camera mi misi sotto le coperte e inizia a piangere, non potevo credere che mia madre mi avesse abbandonato così, come si fa con la roba vecchia. Quando sentii Mirco rientrare dalla palestre mi girai da un lato e feci finta di dormire, ci mancava solo che mi prendesse per il culo perchè stavo piangendo. Si spogliò e si mise sotto le coperte. “Mamma m’ha detto che ha chiamato zia”. Io non risposi, ma senza volerlo ricomincia a piangere. “Dai Andrè non fa così. Adesso fai diciott’anni e la devi smette de fa il ragazzino. Soprattutto non devi piagne pe quella cretina de tu amdre”. Comincia a singhiozzare così forte che quasi tremavo, e in quel momento Mirco fece una cosa inaspettata. Si avvicinò a me e mi abbracciò. Il suo corpo aderiva perfettamente al mio e la sua testa era sopra la mia spalla. “Adesso ci stiamo io e mamma. Ci pensiamo noi a te”. Io mi rannicchia ancora di più perchè avere Mirco che mi stringeva così mi faceva sentire al sicuro e protetto. Quando mi svegliai la mattina dopo mi ritrovai a dormire su un fianco, con il braccio e la gamba di Mirco addosso e il mio viso quasi schiacciato contro il suo petto. Il suo corpo era perfetto e lo slip bianco metteva in evidenza un pacco gonfio per l’erezione mattutina. Le parole che mi disse Mirco la sera prima mi avevano fatto capire che, dietro ...
... tutte le prese per il culo e gli sfottò, mi voleva davvero bene. Quindi mi sentii un pochino in colpa quando, spinto da una voglia irrefrenabile, non posai la mia mano sul suo pacco duro. Rimasi così per qualche minuti tastando la durezza del cazzo di Mirco, che a quanto pareva dormiva ancora alla grande, così presi coraggio e infilai la mano dentro alle mutande. Il cazzo era durissimo e lo afferrai con una mano mentre con l’altra tenevo aperto lo slip, e quando la cappella ne uscì fuori scoprii che era circonciso. Non potetti godere molto della visione perchè un movimento di Mirco mi costrinse a rimetterlo dentro, mentre braccio e gamba di lui mi serrarono ancora di più addosso. In quella posizione insinuai la mia gamba tra le sue e avvolsi il mio braccio intorno ai suoi fianchi, e per qualche minuto godetti del calore del suo corpo che mi faceva da scudo. Non so da quanto tempo mi ero addormentato quando sentii Mirco muoversi. Si era sporto verso il comodino per prendere il suo telefono, e fui contento che non si staccò da me mentre controllava i messaggi. Mi mossi un pò e strusciando la gamba tra le sue gambe sentii che il cazzo era ancora duro. “Ehi scricciolo sveglia” mi disse posando il telefono “oggi diventi maggiorenne”. Scricciolo era il nomignolo che mi dava quando eravamo piccoli e gli feci notare che non mi chiamava così da un sacco di tempo. “Mi è rivenuto in mente perchè m’hai dormito abbracciato come quando da piccolo dormivi qua da me e c’avevi paura” ...