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Ragazzo di borgata (parte iii)
Data: 15/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: FSeed
... non ricordavo questo particolare della mia infanzia e fui contento che lui se ne ricordasse. “Però adesso levate che c’ho il cazzo duro, non te voglio spaventà proprio oggi che è la festa tua”. Entrambi ci mettemmo a ridere e in quel momento mia zia entrò in camera per farmi gli auguri di buon compleanno. La mattinata fu piena di messaggi dei mie amici, e addirittura Francesco mi scrisse un secco “Auguri”. Stefano, Matteo e altre nostre amiche vennero a prendermi per passare la mattinata in piscina. Mi divertii tantissimo con loro e quasi mi dimenticai di mia madre e di quello che era accaduto la sera prima, ma non potei evitare di controllare il cellulare per vedere se almeno avessi ricevuto i suoi auguri. Nel tardo pomeriggio tornammo tutti a casa e Stefano mi lasciò davanti all’entrata dei box auto, dove c’era una scala che mi avrebbe portato direttamente nel palazzo. Mentre percorrevo il corridoio che portava alle scale una voce mi fece girare. “Auguri Andrè” era Francesco. Indossava una canotta aderente e un paio di pantaloncini che mettevano in mostra il pacco. “Grazie” risposi sorridendo. Lui mi si avvicinò e guardandosi prima intorno fece scivolare la sua mano sul mio culo, stringendo forte una antica. Io feci un gemito di apprezzamento, e in risposta Francesco mi fece un sorriso mentre continuava a massaggiarmi il culo. Un rumore ci fece sobbalzare entrambi, Francesco si scostò, ma quando vidi che nessuno arrivava allungai la mano e gli palpai il ...
... pacco. “Che cazzo fai? No qua” mi prese per mano e mi condusse oltre le scale, dove c’era il corridoio delle cantine. Arrivammo all’ultima porta del corridoio ed entrammo dentro. Era una cantina condominiale dove era ammucchiata per lo più robaccia. Francesco mi spinse verso la parete e mi sfilò di botto il pantaloncini mettendo in mostra il costumino speedo verde. Me lo mise tra le chiappe come se fosse un perizoma e cominciò a darmi piccoli colpi. “Ti piace quando ti sculaccio?” mi chiese mentre i colpi si facevano più forti. “Si mi piace” gemetti “continua”. Più gemevo e più le sberle erano forti. Dopo quel trattamento Stefano mi spogliò completamente, e come fece l’altra volta cominciò a strusciarmi il suo pacco gonfio tra le natiche. “Come cazzo è possibile che me fai venì il cazzo così duro?” mi sussurrò nell’orecchio. Io allungai una mano e lo spinsi ancora di più verso di me. Francesco si tolse la maglia, sbottonò i pantaloni e facendo uscire il cazzo lo fece scorrere tra le mie chiappe. “Ti piace sto regalo di compleanno?” mi afferrò per i capelli e, inclinata la testa di alto, cominciò a leccarmi e baciarmi il collo. Io credetti di venire solo per quella lingua calda che mi stava facendo impazzire, stavo perdendo il controllo della situazione. “Fra ti prego...dammi il cazzo...lo voglio” ansimai. Francesco allora mi condusse al centro della stanza dove c’erano un tavolo con quattro sedie sgangherate. Si sedette su una di quelle e, mettendomi in ginocchio e con una ...