Il girasole con le spine - il sogno
Data: 31/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: DemoneDelSilenzio
... stava guardando attonito, la testa reclinata di lato in quel modo che solo i cani hanno per chiederti "va tutto bene?". "Hai fatto un brutto sogno". La voce dell'uomo proveniva dalla dispensa, un piccolo sgabuzzino con dei ripiani polverosi che insieme avevano riempito di cibarie. Per un attimo Dana si chiese se la stesse prendendo in giro, ma non trovò traccia di scherno nel suo sguardo. Se ne stava lì, con una scatola di piselli e carote, a fissarla. Quel breve attimo passò e lui tornò al tavolo dove stava preparando la cena. "Padrone, mi dispiace, io..." - iniziò lei, ma lui la interruppe con un cenno della mano. "Ho visto che dormivi e ho pensato di non svegliarti. Vieni è pronta la cena". Dana si avvicinò al tavolo sul quale c'erano alcune lattine, un bidoncino bianco con dell'acqua e una scatola di biscotti di riso soffiato. C'era una sola sedia, mentre una ciotola era posizionata sul pavimento di fianco ad essa. La catena non le consentiva di arrivarci nemmeno mettendosi a quattro zampe e lui la osservò inginocchiarsi per terra, lo sguardo basso, le mani appoggiate sulle cosce nude. Le rovesciò il contenuto di una lattina di piselli e carote nella ciotola metallica e lei notò che c'erano ancora i resti di un pasto: la cena di Dakan, che si stava ancora leccando i baffi. Col tempo aveva imparato a farsi andare bene anche quel genere di trattamento, anche se le prime volte avrebbe tanto voluto vomitare. Ma quando l'unico pasto disponibile nel raggio di 100 km era sotto ...
... al suo naso, aveva smesso quasi subito di fare la schizzinosa. Lui le appoggiò la ciotola davanti, lei ringraziò senza staccare lo sguardo da terra, si chinò in avanti e iniziò a mangiare. Le aveva proibito di usare le mani per portarsi il cibo alla bocca per cui la sua faccia sprofondava dentro la ciotola. Il lucchetto tintinnava contro il bordo metallico, ma non ci faceva caso. Voleva solo finire di mangiare il più in fretta possibile. Mentre il sole tramontava fuori dalle finestre e il cielo si colorava prima di rosso e poi di viola, lui terminò di mangiare. Dopo averle buttato alcuni pezzi di biscotto di riso per terra e dopo che lei li ebbe raccolti con la bocca, le toccò dapprima lavare piatti e ciotola, ed infine preparare il letto del suo padrone. Impegnata a piegare le lenzuola non si accorse che lui intanto si era svestito. Avvertì il contatto del suo corpo caldo e di un forte braccio avvolgerle la vita. Lui la afferrò per il collare e la strinse a sé, rovesciandole la testa all'indietro. Avvertì il suo respiro profondo mentre il braccio libero le accarezzava con movimenti lenti la pancia, per poi spostarsi ai seni. Le afferrò un capezzolo e lo strinse delicatamente. Lei mugolò di fastidio e piacere al tempo stesso. Chiuse gli occhi e sperò che smettesse di dedicarle quelle sgradite attenzioni. Ma sapeva che si sbagliava se pensasse che l'avrebbe lasciata andare: sentiva infatti il suo pene premerle contro le natiche con movimenti ritmici e lo sentiva indurirsi di ...