1. La mia nuova vita - Spiata dal figlio del mio nuovo compagno 2


    Data: 02/11/2018, Categorie: Voyeur Autore: Momy, Fonte: EroticiRacconti

    ... di parlare. Il mattino seguente mi svegliai tardi. Avevo preso l'abitudine di svegliarmi prima delle otto per fare una piccola corsetta da quando ero venuta a conoscenza del fatto che la pineta che costeggiava la villa su due lati era anch'essa di proprietà di Sebastiano. L'aveva comperata per la privacy e per evitare che gli alberi venissero abbattui per costruire un complesso residenziale, poi ci aveva fatto tracciare un sentiero, giusto per fare qual passeggiata di tanto in tanto. Erano le otto e quaranta quando guardai l'ora. La corsa sarebbe saltata per quel giorno, con quel caldo non era pensabile di correre dopo le nove del mattino, anche se al riparo degli alberi. Alma di solito mi preparava la colazione per le otto e trenta, le avevo comunque espressamente proibito di portarmela in camera, ancora restia a rinunciare a quella porzione di intimità. Feci una doccia veloce, poi indossai l'intimo, dei pantaloni leggeri ed una camicetta di cotone. Sarei dovuta andare subito a bussare alla porta di Galvano, ma mi convinsi che era meglio non saltare la colazione. Sentivo di essere incastrata in un gioco di specchi e di apparenze che ancora non comprendevo appieno, mi preoccupava che Alma potesse notare la mia assenza e farsi delle domande, o peggio ancora, venire a cercarmi, vedermi uscire dalla stanza del ragazzo. Una spremuta d'arancia e due fette biscottate integrali più tardi, alle nove e venti, ero di fronte alla porta di Galvano. Bussai. Ero in ritardo, lo sapevo, ...
    ... speravo che a dispetto della fiscalità delle sue istruzioni il ragazzo fosse più malleabile di persona. Attesi. Mi sentivo vulerabile ad attendere di fronte alla sua porta. Sebastiano era già uscito, Alma era in cucina intenta nelle sue faccende, e Tea quasi certamente dormiva (benchè formalmente frequentasse la facoltà di Architettura, il suo bioritmo era più quello di una festaiola professionista, specie da quando era arrivata l'estate...), eppure il cuore mi batteva all'impazzata. Lo scatto della serratura mi fece trasalire. Rapidamente girai il pomello ed entrai nella stanza, ansiosa di levarmi dal corridoio. Rimasi quasi accecata dalla luce che entrava dalla fiestra. Galvano era seduto sulla stessa sedia girevole della volta precedente, vestito con un paio di pantaloni scuri ed una t-shirt rossa stavolta. La stanza sembrava sorpedentemente pulita, ordinata quasi in modo manicale. Un bel contrasto rispetto alla mia precedente visita... Faceva caldo, le imposte e le tende erano completamente tirate, a dispetto di quello che ci si sarebbe potuto attendere da un recluso come Galvano. Lui mi osserva con curiosità da dietro i suoi occhiali senza tradire particolari emozioni. Mi resi conto che ero nervosa, che non sapevo come comiciare il discorso. Fu una conversazione alquanto breve e ingessata, non saprei dire sè più a causa mia o sua. Inizia scusandomi per essere entrata senza bussare in camera sua, promettendogli che in futuro avrei sempre atteso che mi desse il permesso prima ...