1. Bordello (2)


    Data: 08/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio

    ... L’uomo brizzolato mi viola senza pudore e, arrivato in fondo, mi arpiona la rosellina e la tira verso di sé per dilatarmi. D’un tratto, mi si spezza il fiato e smetto di respirare. Quando poi il tipo villoso ci mette la lingua in mezzo, ricomincio a sbrodolare e a godere senza sosta.
    
    Le quattro falangi, due sopra e due sotto, e quell’organo viscido schiacciato tra di loro sono la mia fine. O almeno è quello che pensavo. Infatti, sento appena il letto rimbalzare: mi volto alla mia destra e una verga lunga, dritta e sottile mi chiede di essere ingoiata. Sollevo lo sguardo e scopro che appartiene ad un ragazzino imberbe, col volto paonazzo, che sembra implorarmi di spompinarlo. Non ne ha certo bisogno, nelle condizioni in cui mi trovo: schiudo le labbra e ci stringo in mezzo la cappella. Il ragazzino sussulta e reclina il capo indietro, iniziando a muoversi istintivamente tra le mie fauci.
    
    Sono in un tale stato, che capisco a malapena i discorsi dei tre uomini. “Voglio scoparlo…”, “Non possiamo…”, Dopo… dopo… Adesso dobbiamo farlo godere…”. Le quattro dita nel mio culo diventano sei e sbrodolo ancora: il lenzuolo sotto la mia schiena è inzuppato dei miei umori e della saliva dei due stalloni. Il ragazzino sopra di me digrigna i denti cercando di resistere con tutto se stesso all’orgasmo che incombe prepotente. “Non resisto più…”, si lamenta, rivolto agli altri due. “Tranquillo, sta arrivando…”, risponde qualcun altro.
    
    Poi, il ragazzino si allontana e alle sue spalle ...
    ... compare Pino. Mi monta sulla faccia e mi ci sbatte sopra il suo culetto bianco e perfettamente rotondo. Il mio naso e la mia bocca entrano immediatamente a contatto con la sua rosellina, tutta lorda di sborra. L’anellino si apre e mi scarica sul muso litri di sperma, quello che chissà quanti stalloni gli hanno sparato in corpo. Prima che quel ben-di-Dio finisca, schiudo le labbra e bevo quel gustoso nettare, stimolando con la lingua la mucosa affinché me ne regali ancora.
    
    Con le chiappe del biondino sbattute sul viso non vedo più nulla. D’un tratto, però, il mio culo viene liberato: lo sento dilatato all’inverosimile e rimane così per un po’. Almeno finché non avverto un’altra pressione contro l’anellino. Una leggera pressione, in verità, perché quel corpo estraneo non deve fare un grande sforzo per violarmi. È grosso, molto grosso e sembra non avere mai fine.
    
    Mi chiedo se sia il cazzo dell’uomo villoso e di quello brizzolato. Non certo del ragazzino: quello era molto più sottile, anche se lungo.
    
    Le mie domande trovano risposta dopo pochi secondi, quando Pino solleva le chiappe dalla mia faccia per offrirle alla nerchia ossuta del ragazzino. La vedo appoggiarsi delicatamente alla sua rosellina e iniziare a sparire dentro lo sfintere del mio amico, inesorabilmente.
    
    “Questo posso scoparmelo, però?”, chiede l’imberbe.
    
    “Sì, certo!”. Riconosco questa voce! Abbasso lo sguardo, approfittando dello spazio che si è aperto tra il mio naso e il ventre di Pino e scopro che ...