Il compagno di classe di mio figlio 2
Data: 16/11/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Raccontando
... accortosi che lo stavo osservando. Temetti che avesse intuito qualcosa. Tuttavia mi ripresi subito inventando un problema di lavoro. Ben presto sarei diventato un ottimo mentitore, sempre pronto ad elaborare repentine bugie salva-collo. Ma all’epoca giocavo ancora di istinto e non di esperienza.
Tornato a lavoro pensai che di Giovanni non sapevo in realtà molto. Suo padre era un mio vecchio cliente e me lo aveva raccomandato dal momento che non voleva studiare. Era con me già da qualche anno e si era dimostrato un infaticabile lavoratore. Non molto arguto, a dirla tutta, ma pur sempre un bravo ragazzo, silenzioso e dimesso.
Dimesso. Questa parola accese in me una lampadina. In effetti il ragazzo aveva sempre eseguito ogni mio comando, lavorativo e non. Potevo tranquillamente chiedergli di farmi delle commissioni e lui non faceva mai obiezioni. Anzi, a pensarci meglio, le mie non erano richieste di favore. Spesso gli avevo semplicemente comandato di fare qualcosa o di andare in un posto, anche per sbrigare faccende non strettamente inerenti al lavoro e lui sempre pronto con il suo “ si, signor Mario”.
E se gli avessi chiesto di succhiarmi il cazzo e farsi inculare lo avrebbe fatto? Magari gli avrei ordinato anche di farsi succhiare il suo.
Mi ripresi subito da quei pensieri pericolosi. Era ridicolo che potessi comandare al mio dipendente di sottostare a dei rapporti sessuali. Infine, mi ero ripromesso di riprendere la mia integrità matrimoniale e onorare il mio ...
... giuramento di fedeltà.
Ma si sa, l’uomo propone e Dio dispone. Anche se il seguito della storia non credo proprio sia stato disposto da Dio.
Sta di fatto che quei pensieri scabrosi su Giovanni mi accompagnarono tutto il giorno, fino alla chiusura. Poi, poco prima di chiudere per la pausa pranzo dissi al ragazzo, così di colpo:
«Giovanni oggi non apriamo alle 16, vieni alle 14:30 che la macchina del sig. Rossi va consegnata subito».
E ovviamente la sua risposta fu: «Va bene signor Mario».
Tornato a casa spiegai a mia moglie che quel pomeriggio sarei dovuto tornare prima in officina per completare la riparazione di una macchina. Era già successo in passato e mangiammo velocemente. Alle 14:30 giunsi in officina e Giovanni era già lì.
Una volta entrati, richiusi la saracinesca dicendogli che così avremmo evitato possibili scocciature e ci saremmo potuti dedicare al lavoro.
Stavolta ci cambiammo insieme e mi spogliai vicino a lui. Lo avevamo già fatto tante volte, come due uomini.
«Giovà ma tu ce l’hai la fidanzata?»
Il ragazzo mi guardò un po’ basito. In tanti anni non gli avevo mai fatto domande personali. Faceva parte del tacito accordo e la cosa gli andava bene.
Notai un certo imbarazzo, la cui fonte non riuscii a comprendere.
«Allora, ce l’hai o no?»
«No signor Mario». Non mi guardava negli occhi.
«Te la devi trovare, non puoi solo lavorare. Devi sfogarti ogni tanto, no?»
«Si signor Mario»
«Mica puoi farti sempre seghe. Quanti anni ...