Il compagno di classe di mio figlio 2
Data: 16/11/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Raccontando
... scopata senza alcuna remora. Giovanni subiva impassibile il mio trattamento.
Di tanto in tanto pronunciavo qualche frase volgare, gli ponevo delle domande, ma lui non rispondeva. Aveva messo il suo corpo a mia disposizione, ma non il suo animo. Ciò mi fece infoiare ancora di più e lo inculavo con una sadica, feroce dominazione. La mia solita resistenza mi indusse a scoparlo per oltre venti minuti. Quando giunsi all’apice del piacere estrassi il mio cazzo da quel culo martoriato, voltai il ragazzo, lo feci inginocchiare per metterglielo in bocca e fargli bere il mio sperma. Ma non feci in tempo e gli sborrai in faccia. Lui di istinto chiuse gli occhi lasciando, impassibile, che tutti i miei copiosi schizzi gli imbrattassero il volto.
Non contento, poi, con le mani raccolsi il mio sperma e gli forzai la bocca per fargli assaporare il mio caldo seme. Lui teneva le labbra strette. Si rifiutava di obbedire a questo mio capriccio. Come inevitabile conseguenza partì un ennesimo ceffone. Nulla. Io non parlavo ma volevo vedere quanto resistesse. Così cominciai a schiaffeggiarlo, di dritto e di rovescio, fin quando le sue guance diventarono due mele rosse. Allora si decise ad aprire la bocca e mangiò quel poco di sperma che era rimasto sul volto e non era sgocciolato per terra.
«Leccami il ...
... cazzo e puliscimelo bene».
Stavolta Giovani non si attardò ad eseguire il mio ordine e con la lingua, timidamente, cominciò a lucidarmi cappella e nerchia.
La mia eccitazione stava svanendo e le mie facoltà mentali tornarono a livelli naturali.
Mi allontanai un po’ osservando la scena. Giovanni a terra, col culo dolorante e il volto impiastrato di sborra. E la causa ero stato io.
Lui restava in silenzio, un insopportabile mutismo che mi faceva paura. Avrebbe potuto sputtanarmi, la mia vita matrimoniale sarebbe crollata. Non potevo stare in attesa della sua reazione, dovevo conoscere i suoi pensieri.
«Che hai intenzione di fare ora Giovà?»
Lui mi guardò qualche istante, come se cercasse la forza di rispondermi. E infine la trovò:
«Voglio continuare a lavorare qui signor Ma».
«Ok, ma potrebbe accadere di nuovo ciò che è successo adesso. Sei disposto?»
«Si signor Ma, io sono vostro dipendente. Faccio quel che mi chiedete».
«Ma insomma Giovà, ti piace il cazzo, prenderlo in culo? »
«Non lo so signor Ma, ma mi piacce ubbidire a lei. Fare quello che mi chiede».
«Ed è stata la prima volta Giovà? La verità»
«Ho fatto solo una sega ad un ragazzo mentre lui la faceva a me»
Sorrisi.
«E chi è sto ragazzo?»
«Il compagno di suo figlio signor Ma. Luigi».
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