1. Che mistero e' la vita


    Data: 30/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: RedTales

    ... cazzo, palle, magari poi anche il culo. Voglio aver speso bene i mie soldi.”
    
    Con il viso sempre privo di qualsiasi espressione Long affondò la testa sotto la pancia e cominciò a far correr la lingua in quella foresta lavorandosi quell’uomo con esperienza. Quasi subito fu sollecitato da un deciso: “subito in bocca!”, cosa che fece mentre l’uomo, dopo avergli afferrato la testa con due mani, iniziò a muovergliela con un bel ritmo, schiacciandola contro la pancia per poi allontanarla stando però attento che il “bastone” non uscisse. Un ironico: “bevi, bevi che è tutto tuo” sottolineò il traguardo raggiunto. Le mani lasciarono la presa anche se Long continuò ancora a trafficare con la lingua fin che l’uomo non si girò e se ne andò lanciando un: “piaciuto? Bello spettacolo? Ho scopato bene?” a Piero che era rimasto immobile sul suo letto.
    
    Fouad rientrò subito per dire al ragazzo di prepararsi ma proprio in quel momento entrò anche una guardia che si arrabbiò per come era vestito e dopo un deciso: “qui non siamo a fare marchette. Mettiti una maglia e un paio di pantaloni subito” rimase fermo ad aspettare che Long si cambiasse. Lo fece in fretta e appena fu vestito in modo “normale”, senza aggiungere altro il secondino se ne andò.
    
    Fouad rimase sulla porta con altri detenuti e parlando in italiano spiegò cosa era successo e che “per oggi è meglio fermare qui. Se lui torna e vede qualcosa che non piace fa casino. Oggi già andata bene. Oggi basta. Se voi vuole prossima volta ...
    ... primi.”
    
    Uno però continuò ad insistere con forza e alla fine il marocchino tornò nella camera dicendo al cinesino di andare nel cesso e di spogliarsi. Un giovane ragazzo italiano lo raggiunse e rimasero li dentro per una decina di minuti. Fouad, in piedi davanti alla porta, controllò che non ritornasse la guardia e, rivolto a Piero, borbottò: “lui pagato tanto. Non poteva non scopare. Tu vuoi? Per te più facile. Tu puoi fare quando vuoi. Vuoi?”.
    
    Nel frattempo il cliente uscì, si sistemò i pantaloni, e dando una pacca sulla spalla al marocchino: “bel culo. Bravo! Ci torno. Una troia con la maiuscola.”.
    
    Prima del pranzo tutti furono fatti rientrare e le porte chiuse. Finito di mangiare i due arabi si scoparono il ragazzo, aggiungendo ancora sesso a tutto quello che aveva già avuto.
    
    Ormai Piero si era abituato a quella routine e sperava solo che quella trentina di giorni passasse in fretta. Aveva visto il suo avvocato che gli aveva confermato che si era trattato di uno sbaglio ma che la macchina burocratica era lunga e che doveva solo aspettare… e sperare.
    
    Altri giorni passarono tutti uguali in quel nulla che odorava di sesso.
    
    La novità fu l’arrivo di un prete a metà di un pomeriggio. Entrò e scambiò quattro chiacchiere con tutti, arabi compresi. Ma solo i tre italiani lo presero in considerazione. Era giovane, probabilmente non arrivava ai quarant’anni e a parte una croce sulla giacca era vestito in modo normale. Si avvicinò anche a Long, gli si sedette vicino, ...
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