1. Diario


    Data: 01/12/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Philosm

    GIOVEDI' POMERIGGIOQuell'uomo, quella voce mi dava fiducia. Mi sembrava già di conoscerlo dopo mesi di comunicazione virtuale, ma mi convinceva ancor di più averlo sentito al telefono e ora lo incontro di persona.L'appuntamento è al bar del parco.Mi aveva ordinato di aspettarlo in piedi, vicino alla prima panchina del viale. Alle sei del pomeriggio.Sono uscita prima dal lavoro per arrivare puntuale.Sono ansiosa di vederlo, ma nello stesso tempo ho un po� di timore d�essere delusa.E poi sto tradendo il mio attuale padrone.M�innamorai di quest�ultimo e caddi nelle braccia di chi, pensavo, mi avrebbe amata per sempre. Da subito assecondai i suoi voleri perversi: non ero alla prima esperienza di giochi sadomaso con un amante-padrone.Scoprii, da adolescente, le delizie di quelle pratiche con una mia compagna di collegio.Ma, quando mi accorsi che mi considerava come un giocattolo per divertirsi, era già troppo tardi.Accontentare le sue voglie mi è diventato impegnativo, addirittura fastidioso. Non gli basta più incontrarsi solo con me: ora mi vuole disponibile coi suoi amici, che giocano troppo duro, per i miei gusti. Non era più divertente: subisco, perché non posso rifiutare i suoi inviti.Il suo rapporto esclusivo, i giochi s/m, mi hanno isolata, senza più gli amici di un tempo. Non ho la forza di liberarmi da una gabbia in cui m�ha rinchiuso. Per questo iniziai a cercare amici virtuali: nella speranza di trovare una via di scampo.Cominciai a frequentare una chat su un sito ...
    ... internet s/m, dove conobbi Lui. Ci scambiammo pareri sull�argomento s/m. Mi mandò i suoi fotomontaggi. Cominciammo a scriverci di tanto, in tanto.Poi, s�instaurò un gioco virtuale dove io, schiava, inviavo delle mie foto e Lui le ritoccava, ambientandomi in situazioni di sottomissione.Un gioco che ci appassionava sempre più, un appuntamento, ormai quotidiano.Poi, qualche sera fa, mi chiese di incontrarmi.Io tergiversai: non mi aspettavo granchè e temevo che il nostro gioco, virtualmente intrigante, nella realtà non avrebbe potuto funzionare e sarebbe finito.Alle sue ottimistiche insistenze, reagii con delle provocazioni nei suoi riguardi: mettevo in dubbio la sua capacità di essere un padrone reale e non solo virtuale. Mi ero vantata della mia esperienza di schiava, resistente a qualsiasi sevizia, anche la più violenta e dolorosa: ma Lui diceva che non era questo che connotava la sottomissione e ciò mi aveva incuriosito.Il mio padrone attuale è molto manesco e, per Lui, sottomissione vuole dire sottostare a frustate e torture. Non potevo immaginare di ubbidire, di eccitarmi e di godere, senza sevizie fisiche. Quella sua affermazione mi solleticava ulteriormente.Ecco perché ancora alterno la voglia di conoscerlo di persona e il timore di perderlo per sempre.Acconsentii per un aperitivo al bar del parco, vicino a dove lavoravo. Anche la sua voce al telefono mi piacque e decisi che mi potevo fidare: si, potevo provare.Arrivo trafelata all�appuntamento: e quando sono nel luogo ...
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