E finÌ il tempo di giocare con le bambole
Data: 11/12/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Mirosa
... brame insaziabili della sorella.
Un tardo pomeriggio d’agosto iniziò la festa del dodicesimo compleanno di Elvio, che zia e mamma avevano organizzato nell’ex essiccatoio. Per stupirci l’avevano chiamato “slip party”. Avevano invitato le tre sorelle che si presentarono con un cesto di vimini colmo di prodotti caseari, molto graditi dalle nostre genitrici che dopo averci salutato, ci lasciarono sole, alle prese con stuzzichini, tramezzini e bibite analcoliche, dicendoci che di lì a un paio d’ore sarebbero venute con la torta. Appena uscirono ci spogliammo restando con le sole mutandine, abbigliamento obbligatorio: i seni di Gisella erano grossi e sodi, Gina, possedeva grandi tette, panciotta, natiche abbondanti e un seducente odore di sudore ascellare, Clelia, al contrario delle sorelle era magra con qualche ossicino sporgente e le tette appena accennate, addirittura meno vistose delle mie e di Ada, che a dodici anni le avevamo in sboccio e con le aureole gonfie ed i capezzoli perennemente tesi. Le sorelle si avventarono sul cibo e s’ingozzarono di Coca Cola, Gina ci stupì dicendo “buon compleanno Elvio” a suon di rutti; provammo a imitarla con scarsi risultati, poi cominciammo a baciarci con le bocche piene da grandi porcellone quali eravamo, evitando accuratamente di toccare il cazzetto duro del nostro ometto per non farlo godere, dato che Clelia aveva detto che dopo il taglio della torta avrebbe dovuto fare gli straordinari. Ballammo facendo continui cambi di coppia, ...
... strusciandoci l’una con l’altra ed Elvio ci stupì quando si accostò a Gina e prese a leccarle le ascelle pelose, fu quello uno spettacolo eccitante al punto che, in un attimo le parti anteriori delle mutandine di noi femmine, furono zuppe di umori, i cui effluvi, un misto di seducenti olezzi e gradevoli puzzi, resero l’ambiente afrodisiaco. Incitate da quell’atmosfera che eccitava i nostri sensi, sentimmo l’urgente bisogno di godere, facemmo allora un veloce sessantanove con l’amica che avevamo vicino: Gisella ed io, Ada con Gina e Clelia, l’unica che poteva disattendere il divieto che lei stessa aveva imposto, lo fece con Elvio che in un attimo le venne in bocca però, volendo soddisfarsi pure lei, continuò a succhiarglielo facendolo godere nuovamente. Commentò:”Per quello che ho in mente di fargli fare stasera, più duro lo terrà senza sborrare, meglio sarà per noi cinque; aveva però fatto un errore di calcolo, perché la sera rimanemmo in tre a godere dei favori del festeggiato: successe che poco dopo le venti, entrò zia che spense la luce, precedendo mamma che illuminò il locale con le fiamme di dodici candeline inserite sulla torta, il cuginetto soffiò, rimanemmo un attimo al buio e quando si riaccese la luce, mamma e zia restarono ammutolite di fronte alle nostre mutandine zuppe, alle dieci tette con venti capezzoli rizzati, agli eccitanti afrori e al rigonfiamento dello slip di Elvio. Ci abbuffammo di dolce poi le nostre signore, al momento del commiato dissero a Gisella e ...