1. Passione negata


    Data: 20/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Vincep14

    ... spinse la testa in modo più forte e deciso. Ero a pochi centimetri dal suo bastone. Toccandolo con mano capii che era quasi completamente scappellato per la forte erezione. Aprii la bocca e iniziai a succhiare la cappella, mentre lui continuava a tenermi la mano sulla testa, come a sottolineare il fatto che comandava lui. La cosa mi faceva sentire una vera zoccola, la sua zoccola.
    
    Continuai a succhiare e leccare la cappella senza eccessiva velocità, tenendo la verga stretto in pugno. Lui sembrava apprezzare quel ritmo iniziale leggero e delicato. Io nel frattempo ero già entrato in estasi sentendo il profumo inebriante di quel cazzo, un giusto mezzo tra pulizia e odore di maschio. Con la lingua presi a stuzzicare il frenulo, mentre sentivo dai suoni che emetteva che gradiva il mio trattamento. Con una mano gli afferrai le palle, sentendole molto gonfie al tatto, e iniziai a massaggiargliele sapientemente, mentre con la bocca iniziai a velocizzare il ritmo e ad avanzare in lunghezza, cercando di prenderne in bocca quanto più possibile. Gradì particolarmente il fatto che oltre a succhiarlo con maestria mi stessi occupando di manipolare a dovere le palle, tanto che mi disse di leccarle. E così feci. Le leccai, le succhiai, le misi in bocca. E l’idea che contenessero la sua sborra mi mandava in visibilio, e ancora di più mi faceva impazzire sentirlo gemere con sempre maggiore enfasi.
    
    Non fece il tempo a dirmi “Dai, succhialo”, che all’improvviso sentimmo dei rumori, ed ...
    ... una chiave aprire la porta d’ingresso dell’appartamento. “Aspetta” mi disse, rinsavendo improvvisamente da quello stato di profonda eccitazione. Si sollevò leggermente, cercando di capire chi fosse entrato in casa. Per fortuna era soltanto il coinquilino che dormiva nell’altra stanza che stava rientrando dalla serata. Dopo esserci assicurati che il tizio si era ritirato nella sua camera, potemmo riprendere da dove avevamo interrotto. Ma la paura di essere colti in flagrante del suo compagno di stanza, ipotizzando che avesse cambiato programma e fosse rientrato all’improvviso, aveva a mio avviso reso tutto più eccitante.
    
    Si levò di dosso la felpa e la maglietta in un colpo solo, lasciandole cadere a terra, restando così a petto nudo. Tutta quell’eccitazione (e forse anche la paura) lo aveva fatto sudare. Si liberò anche delle mutande, che nel frattempo erano rimaste all’altezza delle caviglie, e dei calzini. Voleva godesi il mio pompino come si deve. Si mise di nuovo comodo, richiamando anche me al mio dovere: “Dai puttanella, che dopo voglio schizzarti in gola”.
    
    Ripresi a succhiare, ridando vigore al suo uccellone, che per lo spavento aveva iniziato a ritrarsi. Succhiavo con foga e perizia. Tra una succhiata e l’altra chiesi: “Ti piace?”. Lui, col suo modo rude e tremendamente virile, rispose: “Zitta e ciuccia”, facendomi sentire ancora di più una vacca vogliosa. Ma a giudicare dai suoi gemiti era evidente che stesse godendo da paura. Succhiai per alcuni minuti, in un ...
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