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La storia di Iole
Data: 23/12/2018, Categorie: Incesti Lesbo Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu
... Erika era completamente depilata. Due gonfie e grosse grandi labbra erano tenute aperte dalla pressione delle dita che nonna esercitava sui lati mettendo in mostra tutti gli splendidi organi di cui era formata. Le piccole labbra erano di un colore violaceo ed erano belle gonfie. Sembravano due ali di farfalla messe lì a protezione dell�antro da cui veniva al mondo la vita e che in quel momento un rivoletto di bianco liquido colava dall�interno verso l�esterno. Era il segnale della sua eccitazione. Qualche cm più su si vedeva la sua gonfia uretra sormontata da un lucente e splendido clitoride che era completamente libero dal cappuccio. Si ergeva per circa due cm ed era bello gonfio. Sembrava il glande di un piccolo cazzo. Tutto l�insieme era una cosa da immortalare. Mi ripromisi di farle una serie di scatti fotografici e trasferire sul web quella meraviglia. Tutti dovevano sapere che al mondo non c�è vulva più bella di quella di mia nonna Erika.�E allora ti muovi. Quanto devo ancora aspettare per sentire la tua lingua rovistare la mia pussy.�Senza ulteriori tentennamenti fiondai la testa in direzione della grossa conchiglia; la baciai facendo scorrere la mia bocca in lungo ed in largo. Aveva un dolce sapore. Al mio primo bacio Erika ebbe un sussulto. Con un pizzico di sadismo le morsi le grandi labbra strappandole grida di dolore e subito dopo sostituii i morsi con ampie leccate che la facevano miagolare. La mia lingua spaziava veloce su tutta la superficie di quella ...
... succosa cozza. Le titillai le piccole labbra e gliele succhiai strappandole ulteriori gemiti di piacere. Con la punta della lingua valicai le piccole labbra e la penetrai. L�orifizio vaginale si mostrò pronto a riceverla. Esplorai il magnifico antro in tutti i suoi punti. Erika era un continuo nitrire di piacere. Lappai le secrezioni vaginali che si mostrarono essere squisite pur essendo di sapore acro. Poi il clitoride attirò la mia attenzione. Iniziai a leccarlo e qui mia nonna si lasciò andare in un lungo ululato che solo una cagna in calore poteva emettere. Lo titillai con la punta della lingua facendolo vibrare come una corda di violino. Lo circondai con le labbra e cominciai a succhiarlo. Dio, stavo facendo un pompino a mia nonna. Allo stesso tempo le infilai in figa tre mie dita e la chiavai. Dalla gola di Erika uscivano suoni e grida che era difficile dire a cosa somigliassero. So solo che il corpo di mia nonna fu preda di un forte tremore. La sua vagina si riempi di umori che tracimarono verso l�esterno. Era un fiume in piena. Poi un urlo più forte degli altri mi annunciò che mia nonna stava per avere un orgasmo e di quelli sconvolgenti. Così avvenne. Dalla sua uretra usciva un denso e cremoso liquido giallognolo. Sembrava magma che usciva da una fenditura della terra. Era il suo sperma. Mi precipitai a lapparlo. Era squisito. Quando l�ultima goccia di quel nettare raggiunse il mio stomaco sollevai la testa per guardare mia nonna. Fu allora che mi accorsi che Erika era ...