1. La prima, calda estate di Mirko (X) - La professoressa di inglese


    Data: 03/10/2017, Categorie: Esibizionismo Autore: mirko_polenghi@virgilio.it, Fonte: EroticiRacconti

    ... dimensione (niente di particolarmente esagerato) e tornai di nuovo dritto alla cam, rendendo evidente la curiosa curva a sinistra tipica del mio pene. Lei non diceva nulla. Non sorrideva nemmeno. Io misi una mano alla base e schiacciai un po' il pube, guadagnando qualche ulteriore centimetro e strozzando la cappella per la tensione della pelle, lei continuava a guardare senza dire una parola. Che stava succedendo. Mi sarei aspettato un commento, una frase, una parola.. qualsiasi cosa, ma non quel silenzio. Ruppi la magia del momento piegando il monitor del portatile per inquadrarmi in faccia. “Sabry, tutto ok ? Allora ?” Lei si prese ancora qualche secondo e poi finalmente rispose. “Non lo so Mirko.. forse non avrei dovuto...” La interruppi subito per non darle modo di trovare scuse a cui avrebbe creduto. “Tranquilla, mi pare una cosa normale.. non mi hai appena fatto vedere le tette ?” Lei istintivamente incrociò entrambe le braccia sui seni, con le mani a coprirsi la coppe. “No no no, sabry che fai ?.. togli subito quelle mani da lì” Intimai io con un finto tono severo. Lei titubò, ma le tolse. “Cosa c'è ? Non ti piace quel che vedi ?” Sapevo che cosa avesse, lo sapevo eccome, ma adesso aveva bisogno di parlare e di convincersi che è tutto a posto, che è una cosa naturale. In realtà non è che fosse così naturale, ma volevo che lo fosse. “Sì mi piace molto, Mirko. E' bellissimo....” Ero fiero delle sue parole, ma il mio cazzo non potè giovarsi dell'apprezzamento perchè era ...
    ... già al massimo dell'estensione. Ancora un po' e si sarebbe strappato. “... solo che...” Solo chè cosa Sabrina ?! Che diavolo stava per dire. “... solo che niente dai.” Chiuse lei. Odio, che odio queste situazione... le piaceva buttare il sasso e nascondere la mano. Voleva dirmi qualcosa, ma non voleva dirlo. Voleva che le strappassi di bocca quelle parole. “No, Sabry... solo che.. cosa ?” Era quello che voleva sentire. Lei si avvicinò di nuovo alla scrivania, come per parlarmi da vicino. In casa sua non c'era nessuno, forse è stato un gesto automatico. Poggiò i gomiti sulla scrivania, i seni si adagiarono sul laminato bianco riposandosi stanchi. “.. niente.. “ cominciò lei “.. hai .. hai davvero un bel .. coso.. grosso”. L'aveva chiamato coso... “No..no..” la ripresi io “.. hai detto tu di dare il giusto nome alle cose, di non usare pronomi.. voglio sentirtelo dire.” Lei sorrise, ricordandosi di quando aveva corretto me per la stessa cosa. “... ok... “ prese coraggio “.. hai davvero un bel … cazzo”. L'aveva detto, ma l'ultima parola pareva quasi detta sottovoce. “Sabry.. non si sente bene che … cosa ho ?” E pronunciando queste parole lo impugnai e diedi due colpi di mano lenti e decisi. Ora la sua voce fu chiara e ben scandita. “Hai un cazzo meraviglioso.. .e grosso”. Io la ringraziai per il complimento. In realtà era una constatazione, ma per noi maschietti quella frase è sempre un complimento. Non finsi falsa modestia quando precisai che non era poi così grande, dopotutto. ...
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