L'estate sta finendo
Data: 05/01/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: HegelStrikesBack
... morire.
Aveva rovinato tutto, proprio adesso che il fato li aveva fatti ritrovare dopo vent’anni a Berlino, dopo che il destino li aveva rimessi vicini e complici ecco che per una cazzata si rovina tutto.
Per un non-detto, per un non-chiesto.
Per una reazione incontrollata o per delle scuse tardive mandiamo tutto a puttane.
Non si perse d’animo, come mille altre volte nella vita, e si decise a fare qualsiasi cosa fosse in suo potere per riprenderlo.
Non poteva perdere Gregorio per la seconda volta.
Non servirono le scuse, non servirono i cioccolatini (“a uno in dieta? Ma come gli è venuto!”) e nemmeno i fiori (“dio quanto li detesto”) ma solo la sincerità, con un buon cavallo di Troia. Con la T maiuscola.
Due giorni dopo in tardo pomeriggio bussarono alla porta di Gregorio.
Una voce femminile ed ammaliante diceva “Room service” al di là della porta in laminato finitura mogano.
Gregorio non aveva ordinato nulla ma aprì lo stesso, forse proprio per dire alla gentile signorina che doveva esserci un errore.
Fabrizio le infilò venti euro in tasca e, una volta aperta la porta, la fece sparire ed entrò nella stanza di Gregorio.
Gregorio lo guardò allibito.
- “Esci.”
- “Adesso tu mi ascolti, cazzo” disse Fabri battendo un pugno sul tavolo-scrivania di fronte al letto.
Gregorio apprezzò inaspettatamente la mossa: deciso, sicuro, virile. Così doveva essere il suo uomo.
- “Senti, io l’altra sera ho sbagliato di grosso. Non spetta a me ...
... giudicare con chi stai, con chi vai, perchè ci vai e quando ci vai. Non dovevo andarmene, non dovevo incazzarmi, dovevo - semmai - sedermi accanto a te e parlarne.”
- “Anche perchè per tutta la cena hai omesso di dirmi che sei gay… quindi come avrei mai potuto immaginare che sarebbe finita così tra di noi? Credi che se lo avessi saputo lo avrei fatto? Di andare in bagno con quelli?”
-
“Buon Dio, plurale addirittura…”
- “Sì erano, tre. È un problema Fabrizio? Ascoltami bene tu, io non sono più il bambino che hai conosciuto all’Isola d’Elba. Non ho più bisogno di un tutore, di un maestro o di qualcuno che mi protegga. So cavarmela benissimo da solo, come me la sono cavata benissimo vent’anni senza di te. Io voglio qualcuno che mi cammini accanto. Non davanti, nè dietro.”
- “Io vorrei solo che tu capissi…”
-
“Cosa devo capire? Santo Cielo, Fabrizio! Ho quasi trent’anni per Dio!”
- “Io vorrei solo che tu capissi che ero geloso! Cazzo!”
Urlò di nuovo e sbattè nuovamente il pugno sul tavolo.
Si fece pure male, ma fu bravissimo a non darlo a vedere.
- “Geloso… ma… Fabrizio senti, non esageriamo dai.”
- “Sì geloso. Geloso di pensarti con un altro, anzi con degli altri, quando tutto quello che desideravo era stringerti, abbracciarti, riempirti di baci, fare l’amore. Trattarti come meriti, non come una sgualdrina.”
- “Ma la smetti di insultarmi?”
-
“E tu la smetti di fare finta di essere indifferente a quello che ti sto dicendo, dannazione? Dammi una ...