L'estate sta finendo
Data: 05/01/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: HegelStrikesBack
... fare amare da qualcun’altro.”
Fabri lo guardò e, con la stessa intensità di quella sera all’Elba, lo abbracciò fortissimo.
Entrambi si commossero, potevano rimanere amici o scomparire nella nebbia dell’oblio un’altra volta.
Solo il tempo gli avrebbe dato una risposta.
- “Ti accompagno a casa” disse premuroso Fabrizio.
- “No, non occorre. Vai a dormire, sarai stanco morto. Io mi faccio una cannetta e poi vado a nanna.”
- “Allora ci sentiamo?”
- “Può essere, chissà.”
- “Arrivederci Dottor Castaldini.”
- “È stato bello rivederla Dottor Capello.”
La schiena di Gregorio si allontanò lentamente lungo i viali di Bologna fino a scomparire del tutto; Fabrizio si riprese non senza una certa fatica poi chiamò il noleggio con conducente che lo aveva accompagnato all’Excelsior in mattinata.
Mentre la Mercedes scura scivolava nel centro storico Fabrizio ripensò a tutta questa storia strana e piena di incognite.
Troppe incognite, risolverle tutte era un lavoro troppo difficile per poter essere semplicemente opera del caso.
E mentre Fabrizio rifletteva sulla curiosa asimmetria che legava caos e caso - chiedendosi se ci fosse e quale fosse la relazione tra di loro e chi dei due determinasse l’altro - gli tornarono in mente le parole di Andrè durante una conferenza stampa.
“Se il mondo ha una coscienza, allora deve avere anche una volontà. E, se ha una volontà, non può esistere il caso.”
"
Il caso non esiste", sussurrò. Sorrise ...
... sornione.
Guardò Via San Vitale e vide Lione, Cap d’Agde, la libreria dove gli aveva detto ‘ti amo’ la prima volta, lo sguardo spettinato di Andrè.
Sentì che lui lo afferrava e lo trascinava alla ricerca del pozzo dei desideri e avvertì un’insolita vibrazione.
Un senso di distacco.
Non dolore, ma vuoto. Assenza.
Una momentanea perdita di coscienza, come se qualcuno avesse premuto un interruttore e, per qualche secondo, lui fosse scomparso dal sonar del tempo.
“Ci siamo” pensò. “Il punto dove tutto finisce.”
Fu in quel momento che, riflesso nella filigrana scura del finestrino della Mercedes, Fabrizio ritrovò il suo sorriso.
Lo stesso che gli era caduto dalla tasca alla fine dell’estate millenovecentonovantasei.
L’auto si fermò davanti all’albergo.
Il portiere in livrea aprì la porta e Fabrizio entrò nella hall.
- “Buonasera” disse al ragazzo della reception.
- “Buonasera.”
- “Capello, c’è una prenotazione.”
- “Certo dottore, la stavamo aspettando. Un documento per favore.”
- “Certo, ecco.”
Fabrizio estrasse dal portadocumenti il passaporto, insieme ad esso uscì anche la foto di lui e Gregorio nell’agosto 1996.
- “Io quello che voglio che tu sappia è che non mi dimenticherò mai di te e della nostra amicizia. Perchè tu ti ricordi per sempre che siamo due. Che siamo noi due. Così quando ci sentiremo giù, le guarderemo queste foto e ci ricorderemo che non siamo soli… Io ci sarò, Gregorio. Sempre.”
- “Come dice, dottore?”
- “Niente, ...