033 - La famiglia adottiva e la porca di mamma Cinzia
Data: 22/01/2019,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Incesti
Autoerotismo
Gay / Bisex
Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu
... ma lei chi è?��Signora, io credo di essere suo figlio�Stette in silenzio per un tempo che mi parve interminabile, poi retrocedendo di un passo, fece un gesto con la mano per farmi comprendere di entrare. Varcai la soglia di casa e la prima sensazione, fu quella di essere entrato in una casa di lusso. I mobili, le tappezzerie, i quadri, i tappeti, le varie suppellettili e molte altre cose, mi fecero capire che la mamma era sicuramente una donna benestante. Mi fece accomodare su una poltrona di pelle scura e si sedette sul divano di fronte a me. Accavallò le lunghe gambe e fugacemente vidi un triangolo nero, non compresi se erano le mutandine oppure se era il fitto boschetto della figa����..�Le suore, ti hanno chiamato Emanuele?��Si, Emanuele��Ti spiego alcune cose, sai io ti ho cercato per molto tempo, ma le Sorelle non hanno mai voluto darmi il tuo indirizzo e tanto meno il tuo nome e quello dei tuoi genitori adottivi.��Si lo so, me lo hanno detto che mi hai cercato, ma loro non lo possono fare, perché esiste una legge che lo proibisce��Ma io, ora sono felice che sei qui, non so come hai fatto tu a trovarmi, ma, ecco, non so, io vorrei abbracciarti, ma non so se a te va bene, io ti ho abbandonato e me ne sono pentita dopo pochissimo tempo. Ormai era troppo tardi, non potevo più tornare indietro.��Perché lo hai fatto? Perché mi hai lasciato dalle monache?��Io, vivo con tuo padre ancora adesso, lui si chiama Massimo, abbiamo quattro figli, anzi da oggi ne abbiamo cinque. Due ...
... femmine e due maschi. Il ragazzo più vecchio, dopo di te, è Alberto, che ha ventiquattro anni, poi sono nati a circa due anni di distanza uno dall�altro, Bruno che ha ventidue anni, quindi, Ginevra che ne ha venti e per ultima Lucia che ne ha compiuti diciotto quindici giorni or sono. Quando sono rimasta incinta di te, io avevo solo quindici anni e tuo padre ne aveva uno di più. Eravamo giovanissimi ed erano altri tempi, non potevo mantenerti e per non farti fare una vita di stenti e duri sacrifici, mia madre e mio padre mi convinsero a consegnarti all�istituto delle suore, affinché loro provvedessero a crescerti e a mantenerti nel miglior modo possibile.��Ma da quel che vedo ora, non siete più poveri, o sbaglio?��Tuo padre, ha continuato gli studi e con molti sacrifici suoi e dei suoi genitori, che sono poi i tuoi nonni, è riuscito a trovare un lavoro interessante. Da diversi anni ha fatto il salto di qualità ed è diventato direttore generale della sede italiana di una grande multinazionale americana.��Sono felice per voi e capisco che non mi avete abbandonato per cattiveria ma lo avete fatto per il mio bene��Si è andata così, ma fino a pochi minuti or sono, avevo un peso sul cuore che mi portavo dentro, dal giorno in cui ti ho lasciato alle suore�Mia madre, si alzò dal divano e io feci la stessa cosa, lei si avvicinò a me e ci abbracciamo stretti, stretti. Notai che lei era molto alta e che praticamente i nostri visi erano alla stessa altezza. Lei mi baciava sul viso, sul ...