1. 033 - La famiglia adottiva e la porca di mamma Cinzia


    Data: 22/01/2019, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Incesti Autoerotismo Gay / Bisex Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... stessa sera al Monica, la mia ragazza, e a lei dissi la vera verità. Lei dolcissima, mi consigliò di rivelare l�incontro a coloro che, comunque avevano il sacrosanto diritto di sapere la verità.In settimana, ho pensato spesso a mia madre e la vedevo sempre nuda, bella e desiderabile, spesso mi chiudevo in camera mia e mi masturbavo lentamente, pensando di possederla, di leccarla e baciarla dappertutto. Ho immaginato di metterglielo nel culo con forza di schizzare la mia sborra sul suo viso e dentro la sua bocca. Almeno una decina di volte schizzai il mio sperma con getti potenti e soprattutto abbondanti e densi. Mi accorsi che se pensavo a lei le sborrate erano più abbondanti, mi eccitava moltissimo e io passavo le mie giornate con il cervello e il cuore pieni di lei. Ai miei genitori adottivi, non riuscivo a dire che avevo conosciuto mia madre quella vera. Mi trovai a tavola con loro, praticamente tutte le sere, e molte volte ero lì per dirglielo e poi tutto ritornava dentro di me. Il venerdì invitai Monica a casa mia affinché mi aiutasse a dichiarare questa situazione ai miei. Così avvenne e fu inizialmente, specie da parte de mio burbero padre, una esplosione, un fulmine a cielo sereno, una sonora e violenta tempesta. Le voci salirono aspramente di tono, ma poi un po� per volta si placarono e grazie alla presenza di Monica, mio padre divenne più conciliante. Spiegai loro di questa mio desiderio di sapere chi erano i miei genitori biologici e chiarii che questo non avrebbe ...
    ... cambiato nulla, nel rapporto che io avevo con loro. Mamma Nicoletta, mi abbracciò e mi coccolò e anche Michele si fece più accondiscendente, mi diede una pacca sulle spalle e come sempre se ne andò in salotto a vedere la televisione.Monica ed io lasciammo mia madre a sbrigare le faccende ed entrammo in camera mia. Mi liberai dei vestiti e rimasi nudo, poi indossai una tuta leggera e un paio di ciabatte della Nike. Monica aprì il mio armadio e scovò nei cassetti una mia t-shirt e un pantaloncino giallo che io usavo per allenarmi a calcio. Uscimmo dalla camera e passando davanti a mio padre, già mezzo addormentato, aprimmo la porta-finestra che dava sul grande terrazzo esterno e ci sedemmo, uno a fianco dell�altra, sul dondolo e abbracciati, iniziammo a farci coccolare dal dolce dondolio.Monica era, quella che si può definire, una bella fighetta, delicata, piccola, morbida, dolce fanciulla.Le mie mani accarezzavano delicatamente il suo corpo acerbo di diciottenne in fase di evoluzione. Lambii le sue tettine e i suoi capezzoli mi risposero ergendosi e puntando contro la maglietta. Gliela sollevai e mi sporsi verso il suo seno, iniziando a leccare e succhiare, quasi a volergli allungare ancora di più i capezzoli. Mentre ero intento, a portare avanti questa operazione, ebbi un flash e il mio cervello visualizzò le grosse tette di mia madre Cinzia. Toccavo Monica ma il corpo che toccavo in quel momento non era il suo ma quello di mia madre. Mi eccitai di più infilando la mia mano ...
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