1. 033 - La famiglia adottiva e la porca di mamma Cinzia


    Data: 22/01/2019, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Incesti Autoerotismo Gay / Bisex Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... culetto tondo e sodo, riuscendo a intravedere fra le gambe, la fessura depilata della sua figa. La mansarda, aveva il pavimento coperto da una soffice moquette color verde chiaro e sopra di essa, disposti qua e là, molti attrezzi per � body building� , panche, pesi, una �pectoral machine� , una panca per gli addominali e una �leg machine� per esercitare i muscoli degli arti inferiori. In un angolo una scrivania a �elle� e sopra ad essa lo schermo del pc e la relativa tastiera, infilata sotto al tavolo, su un piano scorrevole. Quadri alle pareti con disegni colorati con i pastelli, opere di qualche bambino. Probabilmente dette creazioni, erano state realizzate dai miei fratelli.�Ora comprendo il tuo fisico statuario, con questa attrezzatura e la perseveranza, si ottengono degli ottimi risultati. Hai praticamente una palestra in casa�..��Si, io sono appassionata e maniacale per quel che riguarda la cura del fisico��Già, vedo, vedo�.��Senti è quasi mezzogiorno, ti fermi qui a pranzo da noi?��Ma non vorrei disturbare e poi io ho un'altra famiglia che mi aspetta a casa, sarà per un'altra volta, magari vengo su, un giorno della prossima settimana��Ok non voglio stravolgere la tua vita, è giusto che sia così, un passo per volta. Comunque lasciami il tuo numero di cellulare e io ti do il mio, così rimaniamo in contatto.��Si va bene, dammi il tuo così ti faccio uno squillo e ti rimane il mio memorizzato�Mi dettò il suo numero che io memorizzai immediatamente sul mio telefonino, poi ...
    ... lo composi e sentii la suoneria della sigla di Zelig, suonare. Lei premette alcuni pulsanti sul suo super telefono tecnologico e mi registrò come �Emafiglio� . Ci salutammo sulla soglia della porta di casa e poi ancora fuori, sul marciapiedi , in prossimità del cancelletto. Lei mi abbracciò, stringendomi a sé con affetto ed io ancora una volta, dimenticai che lei era mia madre. Ancora il suo corpo appiccicato al mio, ancora una erezione flash, ancora il suo pube a contatto con la mia dura virilità. Non avrei voluto mai lasciarla, ma, a malincuore, mi staccai da lei, il mio viso paonazzo, a testimoniare il mio imbarazzo, il suo sorriso e le sue mani che ancora chiudevano la impalpabile vestaglia, poi le nostre labbra si incontrarono per uno schioccante bacio a stampo. Le nostre mani unite, con le dita incrociate fra di loro, che si staccavano al rallentatore, scivolando via. Mi avviai alla macchina e mi voltai verso di lei molte volte, la trovai sempre sorridente a salutarmi, agitando, con grazia tutta femminile, la sua mano destra, protesa verso l'alto. La seguii ancora con lo sguardo fisso sullo specchietto retrovisore, la vidi ancora sporgersi per salutarmi. Poi la macchia rosa della sua veste da camera. scomparve, lasciandomi un vuoto dentro e una terribile erezione fuori.Non feci cenno a Nicoletta e a Michele del mio incontro, ero indeciso, dubbioso, non sapevo se confessare ai miei genitori adottivi, l�incontro avvenuto tra me e la mia vera genitrice. Telefonai quella ...
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