1. La cascina del piacere


    Data: 24/01/2019, Categorie: Etero Autore: FREEALL

    ... posteriori. A un certo punto, Ruggero, deciso a por fine alla questione, affermò risoluto: “So io che fare!”. Mi fece cenno di aiutarlo e, una volta sceso dalla staccionata, mi diede in mano le redini del cavallo, chiedendomi di tenerlo lontano per un po'. Cosa non tanto facile, perché seppur aggrappato alle redini di tutto peso, facilmente mi scuoteva con una forza incredibile. Alessandra dava delle pacche sonore sul posteriore della cavalla per rabbonirla e Ruggero le chiese di procuragli una corda di quattro o cinque metri. Alessandra, stizzita, gli domandò che cosa se ne facesse e lui precisò che l'unica cosa da fare era quella di immobilizzare le zampe posteriori della cavalla. “Ah, sì!” riconobbe lei, “non è la prima volta che lo vedo fare. E farò qualunque cosa per non perdere questa occasione. Non ho nessuna intenzione di aspettare altre tre o quattro settimane per il prossimo estro e quindi, con le buone o con le cattive, dovrà ubbidirmi!”
    
    Poi intimò a Lara di procurarle la corda che avrebbe trovato nel deposito della scuderia. Io intanto cercavo di trattenere lo stallone che batteva gli zoccoli per terra e nitriva innervosito, facendo ondeggiare un pene smisurato, di una settantina di centimetri, nero come il suo mantello.
    
    Per tenerlo lontano, passai vicino all'amica di Lara che sembrava ipnotizzata dalle fattezze del cavallo. Si vedeva chiaramente cosa stava osservando e quando, per un momento, distolti gli occhi dal pene dell'animale incrociò il mio sguardo, ...
    ... abbassò gli occhi e, visibilmente, arrossì un poco in viso.
    
    Le passai accanto e commentai, con tono un po' allusivo: “Bella bestia, non è vero?”. “Per niente male!” mi rispose prontamente, meno imbarazzata di quanto mi era parso in un primo momento. Lara finalmente tornò con la corda, la diede a Ruggero e si ricongiunse con l'amica. Io intanto, trascinato in tondo per il recinto, le tenevo d'occhio, cercando di capire cosa si dicessero quando, avvicinando il capo l'una all'altra, sembravano commentare la scena aggiungendovi qualche ammiccamento e dei compiaciuti sorrisi.
    
    Intanto Ruggero, una volta posizionata la corda all'altezza del garrese delle zampe posteriori, la fece passare tra quelle anteriori e la fissò con un nodo sopra il collo della cavalla. “Dovrebbe bastare per la cavalla avvertire la sensazione della corda appoggiata sulle zampe” disse rivolto ad Alessandra, “per smettere di menare calci, senza doverla vincolare di più. Adesso tieni la briglia con la mano, accarezzagli il muso, e cerca di calmarla”.
    
    Restituii le redini a Ruggero che condusse lo stallone nei pressi della giumenta. In effetti la cavalla non scalciava più e si lasciò montare dallo stallone. Che però, nonostante ripetuti sforzi, non riusciva a penetrarla per la presenza ingombrante della coda, agitata di continuo. “Porco mondo” inveì Ruggero, “Dovevi almeno fasciarle la prima parte della coda! Ci sarebbero stati meno rischi per Black di ferirsi e sarebbe stato tutto più facile.” Lasciò le ...
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