1. Tutta nel culo


    Data: 20/08/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: FringuellinoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... qualcuno, così ci ritrovavamo a fare cose a tre, a quattro o a cinque, e via così. Cioè, io ero Polly la cagnetta in calore e loro il branco che se la scopava, come durante le Feste. Ma a me andava bene anche così.
    
    Voleva sempre giocare, così mi agghindavo anche un po’, come la vestaglietta della prima festa, qualche perizomino, una minigonna, cosette del genere.
    
    Quella sera eravamo soli, non ci trovavamo nel casolare, era inverno inoltrato e bisognava accendere le vecchie stufe a legna con largo anticipo, cosa che non era stato possibile fare. Quindi G. si era procurato le chiavi dell’appartamento di una zia, situato in un paese vicino, che lei generalmente affittava agli operai di passaggio ma che in quei giorni era vuoto, c’era l’impianto di riscaldamento, con i termosifoni e la caldaia, in pochi minuti si stava bene.
    
    Eravamo già nudi, in camera da letto.
    
    “Dai Polly, tira su le gambe, fammi vedere il buco del culo… brava, ti sei tutta depilata, bella liscia, come ti avevo detto di fare!”.
    
    Ero steso sulla schiena le gambe tirate su, larghe, spinte fino quasi a scavalcarmi la testa, il buco in piena vista che, semi aperto, come sempre gli faceva l’occhiolino, un paio di autoreggenti a rete a completare la scena.
    
    Lui era seduto sopra una vecchia poltrona, si godeva lo spettacolo: “Su, Polly, bagnati il dito, mettilo in bocca… ora infilatelo dentro fai su e giù… spingilo tutto… massaggiati la prostata, ti piace, eh!”.
    
    Ovviamente le cose “normali” non gli ...
    ... bastavano. Si vedeva che era eccitato, il cazzone duro gli svettava fra le gambe, ma non si toccava.
    
    Anch’io ero eccitato, quasi quanto lui. Muovevo il dito, stimolandomi, un leggero gemito mi usciva dalla bocca, lo tiravo fuori, mi accarezzavo i bordi del buco del culo, poi ce ne infilavo i due, li sentivo meglio.
    
    “Dai, metticene un altro, bagnali tutti e tre, si, così, anche gli altri, succhiali… stringi le dita… tutte e quattro dentro… cazzo, ci entrano… abbassa il police…”. G. mi diceva cosa fare.
    
    Avevo unito tutte le dita, le avevo infilate dentro e facevo avanti e indietro, abbastanza agevolmente, ho le mani piccole, curiosamente proporzionate al pisello, lui sembrava apprezzare moltissimo: “Si, così… prova, dai, la mano… tutta!”.
    
    “Ah! Non mi riesce, G., non ci entra più di così… mi faccio male, non l’ho mai fatto…” lo imploravo, ero arrivato in fondo alle dita, contro le nocche ma più, proprio, non ci riuscivo.
    
    Ero anche messo male come posizione, era scomoda, allora mi girai sul fianco, così faticavo meno ed arrivavo meglio all’orifizio con la mano, che infilai nuovamente dentro finché potei.
    
    Si avvicinò.
    
    “Dai Polly, insisti, spingi!”.
    
    Ora temevo che volesse farlo lui, sbattermi dentro tutta la sua mano, molto più grande della mia, non avrei saputo come tirarmi indietro.
    
    Mi prese il polso, praticamente mi aiutava a fare avanti e indietro, ogni volta che entrava spingeva un po’ di più, l’ultima volta fu appena più deciso, non tornò indietro, ...