1. L'invidia. cap. 3 di 4 (strane tentazioni)


    Data: 30/01/2019, Categorie: Etero Autore: Zindo

    ... accontentati di me non vedi che questi altri due sono poco interessati a te mentre io sto sbavando per te?”
    
    Denuc sospirò, sembrò attendere per riflettere, poi alzandosi di scatto disse “E' tardi e vado a dormire, domani c'è da lavorare sodo o ve ne siete scordati?” Poi, quasi sulla soglia, si girò di nuovo verso noi e aggiunse: “Comunque se vuoi saperlo se volessi chiederglielo potrei farlo perché chi mi fa impazzire è qui. È uno di voi, ma non sei tu e come giustamente hai detto tu, non pare affatto interessato a me”.
    
    Lui oltrepassò la porta uscendo. Quattro occhi si puntarono su di me. Come se mi puntassero il dito contro mi difesi “Ehi, perché mi fissate? Io non c'entro con i vostri discorsi strampalati!”.
    
    Andrea e Fabio si scambiarono uno sguardo, poi Fabio si rivolse a me: “ Beh Andrea è stato ufficialmente scartato, io prima ci ho provato, l'unico che è si è comportato come uno assolutamente non interessato sei stato tu, quindi... si può dedurre che...”
    
    “Ma andate a fare in culo tutti e due!” dissi in tono goliardico e comunque alzandomi e lasciando la stanza per il soggiorno in comune anche io dopo aver specificato “E' davvero tardi, vado a letto anch'io. Buonanotte”
    
    Andrea, scherzosamente perfido, mi chiese “ A letto, dove? Nel tuo o in quello di chi ti ha appena dichiarato il suo amore?”
    
    In quel momento lo odiai. Comunque per arrivare alla mia stanzetta ero obbligato a passare davanti a quella di Denuc. La porta era socchiusa, filtrava un fascio ...
    ... di luce dall'interno. Bastava spingere appena un poco per entrare e fui tentato di farlo, prevalentemente per chiedere chiarimenti ulteriori, per avere conferma o smentita a quello che Andrea e Fabio avevano sospettato subito e che cominciavo a pensare anche io.
    
    La tentazione di entrare la ebbi e fu anche forte, ma poi andai oltre, verso la mia camera. Non avevo paura di quello che Denuc avesse potuto dire o fare. Lui ormai si era rivelato ed aveva fatto trapelare anche alcuni suoi sentimenti, al massimo avrebbe potuto o smentire se ero o no io la persona alla quale era interessato.
    
    No, non avevo alcun timore di Denuc, avevo paura di me. Mica avrei fatto storie se davvero poco prima si fosse passato dalle parole scherzose ai fatti! Se si facevano le cose per scherzare tutti insieme e per dar sfogo ai nostri istinti l'unico che avrebbe potuto non volerlo poteva essere quello che avrebbe dovuto soddisfare gli altri e quel ruolo non l'avrei certamente svolto io. Sempre se fossimo rimasti nell'atmosfera dello scherzare anche se troppo disinvoltamente, non credo che mi sarei tirato indietro di fronte ad una bocca che avesse voluto farmi un pompino o una mano che mi avesse tirato una sega, anzi probabilmente me ne sarei fregato del chi fosse ad usare su me la sua bocca o la sua mano. Le cose però si erano fatte serie, Denuc aveva rivelato di non essere uno che scherzava ma di essere gay davvero e questo cambiava di molto le carte in tavola. Non sarebbe stato più un semplice ...